Il presidente della Commissione Ue a Lisbona per la conferenza degli ambasciatori
“Nel 2050 non una sola economia europea sarà tra le prime dieci a livello mondiale”
L’Europa rischia di perdere terreno. Oggi arranca sotto la pressione della crisi economica, e domani – senza un rilancio del processo di integrazione – potrebbe finire ai margini dell’arena internazionale, non più protagonista ma addirittura relegata al ruolo di comparsa. È il monito di Josè Manuel Barroso, lanciato in occasione della conferenza degli ambasciatori a Lisbona. “L’impegno per la costruzione di un’Europa più unita deve continuare”, sostiene il presidente della Commissione Ue. Tale impegno si rende sempre più necessario e sempre più ineludibile, perché “in un mondo di giganti si pongono questioni di grandi dimensioni”, nell’immediato come per l’avvenire.
La situazione non è delle migliori, e Barroso non ne fa mistero: l’Unione europea deve rispondere alle difficoltà del presente pensando sempre più seriamente al futuro. “A giudicare dai tassi di crescita degli ultimi anni, nel 2050 non una sola economia europea sarà tra le prime dieci a livello mondiale”. A livello europeo i singoli rischiano di poter fare poco. Servirà per questo un’Europa più unita, e Barroso assicura che la Commissione europea da lui guidata metterà il tema al centro dell’agenda di lavoro: “L’obiettivo è riformare il nostro modello di mercato socio-economico così da rispondere alle richieste di un nuovo mondo, un mondo più competitivo”.
Barroso non ha dubbi: i tempi impongono un cambio di marcia per la creazione degli ‘Stati Uniti d’Europa’. “Nel sistema internazionale multipolare del futuro è più necessario che mai avere un polo europeo”. Un dato su tutti lo mostra l’internazionalizzazione del settore finanziario. A detta del presidente della Commissione Ue questo processo “mostra che solo una regolazione sovranazionale a livello di Unione europea può ristabilire il reale potere decisionale”. L’Europa in questo non deve essere letta come perdita di libertà né cessione di sovranità. “Le riforme e l’assunzione di responsabilità a cui abbiamo assistito a livello nazionale devono essere accompagnate da un maggiore solidarietà a livello europeo”, sostiene Barroso. “Responsabilità e solidarietà sono le due facce della stessa medaglia”.
L’Europa unita, sottolinea, non deve essere considerato un problema, quanto una soluzione. “Nonostante le critiche e la sua debolezza l’Europa è stata un’ancora, un elemento di stabilità e coesione in questi tempi difficili”. I tempi difficili cui si riferisce Barroso sono quelli della crisi, che hanno richiesto e ancora richiederanno grandi sacrifici e ancor più grandi sfide. Per il presente, ricorda Barroso, “è di vitale importanza saper gestire i costi della crisi economica, in particolare l’impatto della crisi sulla gente”. La crisi va superata “in modo socialmente responsabile”.
Renato Giannetti