C’è, per l’Unione europea, una foto della settimana, ma forse del mese, se non dell’anno (abbiamo appena passato l’anniversario del Nobel). E’ quella di Catherine Ashton, Alto rappresentante per la sicurezza, che cammina in mezzo ai manifestanti a Kiev. L’abbiamo tenuta a lungo nell’apertura del nostro giornale.
E’ una foto importante che, chissà, forse indica un nuovo corso che l’Unione si appresta a seguire, un po’ meno diplomatico, un po’ meno legato alla realpolitik con la quale si sono fatti tanti errori in Nord Africa, certamente molto più coraggioso. Ashton ha camminato tra i manifestanti, sarebbe troppo, non è neanche vero forse, dire che ha manifestato con loro, ma è scesa tra di loro, ha parlato con loro, li ha guardati in faccia e si è fatta guardare in faccia ed ha dimostrato, plasticamanete, che l’Ue ha a cuore le condizioni delle persone e si occupa dei cittadini. Fuori dalla retorica per alcuni aspetti importante, ma oramai un po’ logora, dell’Unione nata per la pace, quando oltre il 90% dei suoi cittadini non ha mai visto le guerre alle quali i fondatori della Comunità europea facevano riferimento. E quando tante altre guerre ci sono state in Europa, e negli stessi paesi che ora sono membri o quasi dell’Ue, e alle quali (anche se come “pacificatori”) hanno partecipato anche stati fondatori.
Ora non si deve demordere, se il Parlamento oggi, esplicitamente, spinge perché in Ucraina si torni alle urne, questo la Commissione non può farlo, ma può restare lì, può tenere il punto, può continuare a lottare (idealmente) per un progetto che si è fissata e che potrebbe cambiare la storia del Continente, costringendo anche la Russia a rendersi conto che qui a Ovest si riescono a formare e perseguire delle volontà. Non è più solo una questione di geopolitica, ora c’è un popolo, o almeno una grande parte di questo, che chiede aiuto a Bruxelles, aiuto per perseguire un progetto che a Bruxelles stessa è stato immaginato. Non si posso deludere le aspettative (soprattutto se alimentate) dei popoli.
Lorenzo Robustelli