“La frode online in Europa vale 1,3 miliardi di euro e tra i problemi attuali più gravi ci sono la circolazione di immagini dei bambini e i reati sempre crescenti di pedopornografia”. Il direttore di Europol Rob Wainwright, presenta i risultati principali del rapporto annuale “ The Internet Organised Crime Threat Assessment (iOCTA), alla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo. “L’Europa è e rimarrà bersaglio del crimine organizzato virtuale”, ha detto Wainwright, “visto l’alto grado di penetrazione di internet e le sue infrastrutture virtuali avanzate”.
Secondo Wainwright all’Europol servono maggiori strumenti “per stare al passo” dei cambiamenti tecnologici e avere più risorse investigative, come accade per le indagini “reali”. Questo tipo di attività criminali sono sempre più sofisticate, e continua a crescere il numero di attacchi. “Ciò che è rilevante”, specifica il direttore di Europol, “è il modello di business che ne sta alla base”. Ovvero un mercato di servizi dove sono presenti veri e propri fornitori di attività criminali. Per esempio, per avviare “reti o campagne malware , oppure per rubare password e dati su internet ci si affida sempre più a fornitori di servizi di cyber criminalità”. Che spesso operano, per sfuggire ai controlli, da paesi extra-comunitari non cooperanti in materia di vigilanza online con l’Europa.
Il crimine organizzato virtuale in maggiore aumento è quello relativo allo sfruttamento dei minori. “Sono in corso cinque operazioni globali per smantellare reti di scambi immagine di bambini ”, sottolinea Wainwright, “e sei dei casi totali sono in Europa”. Il volume del materiale distribuito è notevole, “oltre 5 terabyte di immagini raccapriccianti sono sotto esame degli inquirenti per reati di pedopornografia”. L’eta delle vittime si abbassa sempre più essendo il “dieci per cento minore di 2 anni”.
Il discorso si è poi spostato sulle difficoltà che gli investigatori incontrano, che sono quelle relative al criptaggio “sempre più di alta qualità” del materiale che chi indaga non riesce ad aprire”. Ed è proprio su questo punto che Wainwright chiede supporto al legislatore comunitario, invitando i deputati a elaborare uno “strumento legislativo per evitare il problema della criptazione”. Così come a “intervenire per consentire di trasferire informazioni in possesso di grande aziende private direttamente ad Europol”. E cita l’esempio di Google, la cui sede in Irlanda, ha trovato su uno dei server centinaia di carte di credito rubate, e nel contesto attuale non possono rivolgersi a un solo ente di polizia, poiché dovrebbero individuare la nazionalità di ogni possessore delle carte rubate e contattare le autorità di investigative nazionali”.
Nel corso del dibattito, alcuni deputati hanno incalzato il direttore di Europol sulla possibile limitazione della riservatezza e dei diritti personali che potrebbero derivare da azioni in ambito investigativo. Wainwright ha puntualizzato come sia loro intenzione “ rispettare le libertà fondamentali ma a volte è necessario consentire l’accesso ad alcuni dati personali come avviene sotto certe condizioni per le frodi riguardanti i conti correnti”, cosa che online non è possibile, “rendendo molto difficile individuare i colpevoli dei reati commessi dal crimine organizzato virtuale”.