Lo scandalo Luxleaks sui regimi fiscali agevolati concessi dal Lussemburgo, che ha scatenato la bufera su Jean-Claude Juncker, tiene banco anche al Parlamento europeo. I gruppi politici hanno chiesto di comune accordo di inserire nell’ordine del giorno nella mini-plenaria di questo mercoledì a Bruxelles una discussione sullo scandalo. Così l’agenda delle discussioni è stata corretta all’ultimo minuto con un’aggiunta: “I leader dei gruppi politici – si legge – di chiedono un dibattito per combattere l’evasione fiscale”. Al dibattito sono stati invitati a partecipare rappresentanti del Consiglio e della Commissione europea: probabile che per l’esecutivo comunitario sia presente la commissaria Margarethe Vestager, che si occupa del caso in quanto responsabile della concorrenza.
Intanto il gruppo della sinistra radicale ha lanciato tra gli eurodeputati una raccolta di firme per presentare una mozione di sfiducia e chiedere le dimissioni del presidente della Commissione europea. Alla luce del suo coinvolgimento “nella diffusa evasione fiscale aggressiva mentre era ministro delle Finanze del Lussemburgo”, la Gue “sta cercando il supporto più ampio possibile da parte degli altri gruppi politici per raggiungere il totale di 76 deputati necessari per fare passare la mozione”, annuncia il gruppo con un comunicato. Per potere presentare una “mozione di censura” serve l’accordo di un decimo degli europarlamentari dell’emiciclo, ma per raggiungere questa quota, fa sapere la Gue, “non saranno accettate firme di deputati dell’estrema destra”.
“Questa mozione di censura – spiega la presidente del gruppo, Gabi Zimmer – è per tenere Juncker alle promesse che ha fatto in precedenza: nelle sue linee guida per la nuova Commissione ha affermato che occorre intensificare gli sforzi per combattere l’evasione fiscale e la frode fiscale, e poco meno di qualche mese fa ha detto che avrebbe cercato di mettere un po’ di etica e moralità di nuovo nel panorama fiscale europeo”. “Non agire ora – sottolinea il vice presidente della Gue, Malin Bjork- sarebbe lo stesso che dare a Juncker e a tutte le compagnie che usano il Lussemburgo come paradiso fiscale un passaporto per continuare queste politiche aggressive di evasione fiscale”.
Nel frattempo, prima ancora del dibattito in plenaria, la commissaria Vestager si è trovata a dovere rispodere a diverse domande su Luxleaks nel corso di un’audizione alla Commissione Affari economici del Parlamento europeo già precendetemente fissata. “Bisogna aspettare che si concludano le indagini in sospeso, dopodiché avremo informazioni e valuteremo i passi successivi” per decidere “se aprire ulteriori inchieste, ed è probabile che sia cosi”, ha anticipato la commissaria. Per il momento, ha fatto il punto Vestager, “ci sono quattro casi in sospeso, due in Lussemburgo, uno nei Paesi bassi ed uno in Irlanda”. Come membro della Commissione Juncker, Vestager ha comunque assicurato di avere l’indipendenza necessaria per portare fino in fondo le indagini: “Non ho notato di avere le mani legate, ma di essere libera di fare ciò che ritengo opportuno”, ha sottolineato, ricordando, nel merito dello scandalo che, “gli accordi fiscali di per sé non sono illegali, ma possono diventarlo”.