Roma – In un clima di generale sfiducia verso gli organismi finanziari, le banche e le istituzioni europee, “spetta al governo italiano ristabilire le condizioni per una percezione positiva dell’economia e degli investimenti” perché “l’Europa deve essere il motore di cambiamento per sé stessa e per il mondo”. Nell’intervento conclusivo del ‘Rome investment forum 2015’, iniziativa organizzata da Febaf (Federazione banche assicurazioni finanza), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti ha ricordato la necessità di una collaborazione a livello europeo per rimettere in moto gli investimenti.
Il Forum, che si è concluso oggi, ha visto la partecipazione di ospiti illustri come il commissario europeo Pierre Moscovici, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, il vice presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei. Una due giorni di dibattiti per studiare insieme a 60 relatori da Europa, Asia e Stati Uniti, un modello di sviluppo sostenibile nel lungo termine, volto a rilanciare gli investimenti, alla consolidazione fiscale, e, secondo il sottosegretario De Vincenti per “fare di Roma e dell’Italia un laboratorio di proposte concrete per il rilancio degli investimenti”
Un modello di sviluppo che dovrà necessariamente passare da un’accelerazione della quantità e qualità degli investimenti fisici, di rete e sociali. Il capitale umano, si fa quindi, motore di sviluppo, “perché l’economia è necessariamente legata allo sviluppo politico e sociale italiano, ma soprattutto europeo” ha dichiarato il rappresentante del governo.
Il sottosegretario, dopo aver ricordato il lavoro svolto dall’esecutivo, nel liberalizzare settori chiave dell’economia italiana, nel riformare la costituzione e il sistema di voto, ha a lungo discusso della necessità di un cambio nelle politiche macroeconomiche di espansione, della necessità di abbassare le tasse, ma soprattutto di credibilità da parte delle istituzioni e di concretezza delle policies “come il Juncker Plan” che porterà più 300 milioni di Euro di investimenti nell’economia reale nei prossimi tre anni.
Per De Vincenti, la credibilità tanto auspicata “non dovrà partire dalla istituzione di nuovi organismi regolatori, ma dal miglior funzionamento di quelli esistenti”, un esempio è quello del mercato italiano dove “stiamo migliorando le istituzioni regolatorie per migliorare la stabilità”.
Ristabilire la fiducia, quindi, attraverso la competitività del mercato, dei capitali e del lavoro, con l’aiuto della finanza internazionale che “vediamo come parte della soluzione e non del problema” ha continuato il sottosegretario al Forum Febaf, andando in controsenso con quella che è l’opinione pubblica europea.
Infine, non è mancato un apprezzamento al lavoro svolto dalla Commissione Europea che con l’istituzione del Fondo Europeo e il Juncker Program sta aiutando l’Eurozona ad uscire da una stagnazione che dura da troppo tempo, annunciando una graduale riforma dei mini bonds, la liberalizzazione del mercato del credito e un “Regulatory Framework” per le Start Up.