Bruxelles – La Commissione europea intende chiedere la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta nei confronti della Grecia nel 2009. La decisione sarà presa il 16 maggio, nella riunione del collegio dei commissari a Strasburgo, alla vigilia della presentazione delle raccomandazioni specifiche per Paese. Una volta adottata dall’esecutivo comunitario, la raccomandazione dovrà essere trasmessa al Consiglio, dove gli Stati membri dell’Eurozona discuteranno del dossier ellenico il 22 maggio. Per quella data si potrà dunque già avere una decisione per togliere Atene dal braccio correttivo delle regole di bilancio Ue. La procedura d’infrazione per deficit eccessivo si apre nei confronti di chi supera il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. Vuol dire che gli Stati in questa situazione sono soggetti a obblighi di correzione e restrizioni nelle politiche di spesa.
Il 22 maggio però l’Eurogruppo dovrà pronunciarsi anche sull’accordo tecnico raggiunto tra Grecia e creditori (Commissione Ue, Bce, Fmi) e un eventuale esborso della nuova tranche di aiuti. Ci sono in ballo 7 miliardi di euro, che non verranno resi disponibili prima di quattro-cinque settimane dopo il via libera. Per questo serve però l’intesa politica, non scontata. L’Eurogruppo vuole rassicurazioni sull’effettiva attuazione delle misure richieste. Si è in ritardo nel varo delle riforme ritenute necessarie per riportare la Grecia sulla strada della sostenibilità di bilancio, un ritardo determinato dal mancato accordo sulle misure, ritardo che a sua volta ha prodotto incertezze attorno al sistema ellenico. E’ per questo motivo che l’11 maggio la Commissione europea, quando pubblicherà le previsioni economiche di primavera, rivedrà le stime della Grecia al ribasso. Si tratta di un approccio prudenziale, spiegano a Bruxelles. La crescita del Pil precedentemente attesa al 2,7% alla fine di quest’anno, verrà ridotta a valori “prossimi al 2%”.
La Commissione europea è comunque soddisfatta dell’andamento delle cose nel Paese mediterraneo. Il debito resta il primo dell’Eurozona e dell’Ue, ma la mole del deficit torna nelle soglie di riferimento. Per questo si chiederà di chiudere la procedura. L’accordo tecnico raggiunto nei giorni scorsi dovrebbe inoltre permettere di soddisfare l’obiettivo di surplus pari al 3,5% nel 2018 senza dover ricorrere a misure aggiuntive. A patto che le stime della Commissione siano esatte.