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Deputati europei si mobilitano per la Biblioteca dei Girolamini

Deputati europei si mobilitano per la Biblioteca dei Girolamini

Bruxelles – Almeno 1.500 libri antichi (ma qualcuno parla di 6.000), e preziosissimi, spariti. Anni ed anni di chiusura al pubblico non hanno attirato l’attenzione di nessuno, ma  da ieri notte la Biblioteca dei Girolamini, a Napoli, è stata posta sotto sequestro dalla Magistratura, che ha anche indagato per peculato il direttore, nominato dal governo Monti, e l’antichissima istituzione, nata nel 1586, è tornata alla ribalta delle cronache, fino a Bruxelles. Anche perché oltre ad essere un prezioso contenitore di testi di filosofia e teologia cristiana, tra i suoi libri ve ne sono molti di storia europea.

Bisogna salvare la biblioteca dei Girolamini di Napoli dal degrado e fare al più presto chiarezza sulle responsabilità che hanno determinato questa situazione”, affermano Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, Silvia Costa, membro della Commissione Cultura e Andrea Cozzolino, tutti del Pd. Da tempo il professor Tomaso Montanari, che insegna Storia dell’Arte all’università napoletana Federico II si batteva per il recupero di questa storia biblioteca e negli ultimi mesi aveva raccolto circa 2.000 firme per chiedere l’allontanamento del nuovo direttore, Massimo De Caro, ora “autosospeso” e finito sotto inchiesta. Alcuni libri antichi sono stati trovati nel suo appartamento di servizio, e si sta indagando per capire da dove vengano. “La situazione della storica biblioteca è ormai insostenibile – affermano i parlamentari – : sparizione di prestigiosi volumi, condizioni precarie di conservazione del patrimonio librario e, per ultima, la notizia del sequestro della struttura sono episodi inequivocabili del fatto che bisogna intervenire subito. Non si può stare a guardare mentre si svilisce una delle istituzioni culturali più importanti del nostro Paese”.

Secondo i tre eurodeputati “la vicenda della Biblioteca dei Girolamini è il simbolo dei mali dell’Italia: incuria, irresponsabilità nella gestione delle strutture pubbliche, inconsapevolezza dell’unicità del nostro patrimonio culturale e artistico. Questa grave ferita va sanata al più presto”.

 

© Eunews.it

 

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