L’Unione Europea continua a mantenere il suo primato di meta turistica d’eccellenza. Tuttavia, per fronteggiare i mercati emergenti, ha dovuto adottare una strategia di comunicazione, con la quale mira a massimizzare le proprie politiche finanziare rivolte al settore, stimolare la competitività e promuovere un turismo di qualità.
Il 20 febbraio 2014 la Commissione europea ha così messo a punto una serie di principi volontari volti a migliorare la qualità del turismo , per aiutare gli operatori del settore a promuovere la qualità dei loro servizi e rafforzare la fiducia dei consumatori.
Esistono poi una serie di gli strumenti di finanziamento per il periodo 2014-2020 sono:
COSME, rivolto alle PMI, per accelerare l’accesso a finanziamenti con i quali potranno crescere;
Europa Per i cittadini, finalizzata a rafforzare i gemellaggi fra i comuni;
Horizon, per sostenere il turismo nei settori del trasporto sostenibile, ICT, etc…
Life, finalizzata al turismo sostenibile;
Europa Creativa, per il turismo culturale.
Negli ultimi anni l’UE ha visto un incremento del Pil di circa il 5% nel settore turistico.
Finalmente dopo un decennio in cui il tasso di pernottamenti era drasticamente calato, a causa degli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, seguita dalla crisi economica del 2008, la situazione è ora in forte miglioramento.
I viaggiatori per eccellenza rimangono i tedeschi, già nel 2011 pernottamenti di residenti in Germania al di fuori del loro paese sono stati 656 milioni , seguiti dal Regno Unito dove i pernottamenti all’estero sono stati 502,9 milioni.
Le località all’estero rappresentano la meta dei viaggi, in particolare per chi parte da Lussemburgo, Slovenia, Belgio e Paesi Bassi, mentre meno del 10% dei viaggi vacanzieri è stato effettuato dai cittadini di Romania, Spagna, Grecia e Portogallo.
L’Italia, che è riuscita a mantenere il suo primato di meta turistica d’eccellenza, adottando strategie di prezzo vantaggiose contro i suoi maggiori competitors: Grecia e Spagna. Inoltre ha sfruttato i finanziamenti offerti dall’UE, come i fondi strutturali, per lo sviluppo economico-sociale nelle diverse regioni; i fondi gestiti dal QSN ovvero il Quadro strategico nazionale; i programmi operativi nazionali e regionali.
In forte aumento il numero di tedeschi scesi nel Belpaese, precisamente 12 milioni, che rappresentano una quota di mercato del 22% del settore turistico. Oltre ai beni che l’Italia offre ai tedeschi, cultura, spiagge ecc…anche la posizione geografica e la “raggiungibilità” aiutano. Infatti la possibilità di viaggiare comodamente da un paese all’altro è inconfutabile. GoEuro, startup tedesca, piattaforma online per la gestione dei viaggi e per la comparazione di spostamenti in treno, autobus e aereo in tutta Europa, spiega che circa 19 milioni di passeggeri ogni giorno viaggiano su trasporti terrestri, mentre il turismo marittimo costiero e quello aereo, sebbene negli ultimi anni abbiano incrementato i loro risultati, restano ancora indietro.
Non sono solo i tedeschi a rafforzare il valore turistico italiano. Gli Stati Uniti, al secondo posto per gli arrivi nel nostro paese, hanno portato ad un aumento di circa il 6%; mentre in crescita sono gli arrivi dall’Austria. Gli spagnoli, che negli ultimi anni sembravano aver abbandonato l’Italia preferendo altre mete come la Francia, hanno registrato un incremento dello 0,5%. Le regioni preferite invernali rimangono Lazio, Veneto e Toscana, mentre quelle estive Campania, Sicilia e Sardegna, ma sembra che gli spagnoli abbiano finalmente iniziato ad apprezzare altri luoghi quali Puglia e Calabria.