Bruxelles – Skype non potrà registrare il proprio logo come marchio comunitario all’interno dell’Ue. Troppo elevato è il rischio che i consumatori possano confonderlo con quello di una società concorrente: Sky. A stabilirlo è una sentenza del Tribunale dell’Unione europea pubblicata oggi dopo una trafila legale durata quasi un decennio.
Nel 2004 e nel 2005 la società Skype, leader mondiale nel settore della telefonia via internet, ha chiesto all’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (Uami) di registrare i propri segni (figurativo e denominativo) come marchio comunitario per apparecchiature audio e video, prodotti di telefonia e di fotografia nonché per servizi informatici legati a software, alla creazione o all’hosting di siti Internet.
Immediatamente dopo, nel 2005 e nel 2006, la società Sky Broadcasting Group si è opposta alla registrazione del marchio lamentando un rischio di confusione con il suo logo denominativo comunitario Sky, depositato nel 2003 per prodotti e servizi identici.
Nel 2012 e nel 2013 l’Uami ha quindi accolto l’opposizione di Sky ravvisando, in sostanza, un’eccessiva somiglianza visiva, fonetica e concettuale fra i due marchi. Skype ha ovviamente chiesto l’annullamento di tali decisioni davanti al Tribunale dell’Unione europea ma con le sentenze di oggi la Corte ha respinto tutti i ricorsi. La società Skype, che nel 2011 è stata comprata da Microsoft per 8,5 miliardi di dollari, ha ora due mesi di tempo per impugnare la sentenza davanti alla Corte chiedendone l’annullamento per motivi meramente legati al diritto comunitario.