Bruxelles – Le strade europee sono di nuovo invase dagli allevatori e questa volta a trattori e mucche si aggiungono anche galline e palloni gonfiabili. Il 12 novembre i produttori del latte hanno organizzato manifestazioni nelle diverse capitali europee per chiedere all’Ue di occuparsi dei problemi del mercato lattiero e di fornire uno strumento – valido per tutti i Paesi – che permetta di fronteggiare la nuova crisi che investe il mercato. Il problema di fondo, spiega l’associazione di categoria European Milk Board (EMB), è che dall’abolizione delle quote del latte – avvenuta a con il varo della nuova Politica Agricola Comune – “la produzione è aumentata del 2,8% rispetto allo scorso anno, causando una drammatica caduta dei prezzi del latte”. Essi “si attestano intorno ai 20 centesimi al litro nei Paesi Baltici, 34 in Italia, 32 in Francia e 25 in Belgio”, ovvero ben al di sotto costi di produzione, che, secondo l’associazione, “si aggirano intorno ai 45 centesimi al litro in Francia, 39 in Italia e 46 in Belgio”.
“Insufficienti gli strumenti della Politica Agricola Comune”
I produttori non si ritengono soddisfatti delle misure che l’Ue ha introdotto con la nuova PAC. L’Agenzia per il Monitoraggio dell’Ue, creata per osservare l’andamento mercato, viene accusata dall’European Milk Board “di non fornire alcuna indicazione per una soluzione alla crisi”, e di aver messo in campo interventi considerate inutili o parzialmente efficaci. In particolare, spiega l’EMB, “la continuazione del programma per lo stoccaggio privato” non ha avuto “alcun effetto” mentre “l’espansione degli accordi di libero scambio” per promuovere i prodotti lattiero-caseari anche “in Paesi terzi” è considerata poco “appropriata per i produttori europei”. E ancora, lo strumento “dell’aiuto diretto tramite pagamenti anticipati può portare benefici solo nel breve termine”. Infine, il ruolo del Milk Market Observatory (un altro strumento di monitoraggio creato dall’Ue per analizzare e diffondere dati sul mercato lattiero) “deve essere equipaggiato per rispondere adeguatamente”, conclude il comunicato dell’EMB.
Il Market Responsability Programme
Il punto centrale delle rivendicazioni dei produttori è la richiesta di uno strumento per fronteggiare efficacemente la crisi in atto. Tale strumento, il cosiddetto Market Responsability Programme (proposto dallo stesso European Milk Board) dovrebbe funzionare sulla base di un indice di mercato che, misurando periodicamente il rapporto tra costi di produzione e prezzi, possa evidenziare eventuali squilibri. Nel caso di un elevato squilibrio, il meccanismo dovrebbe mettere in azione una serie di misure atte ad aggiustare la situazione, tra cui una autolimitazione sull’offerta da parte dei produttori per ridurre la sovrapproduzione, l’incentivazione per il consumo aggiuntivo, gare di appalto per i tagli di produzione (almeno il 5 %), un bonus per la riduzione della produzione ed un ‘prelievo di responsabilità’ (tassazione aggiuntiva) per il primo chilo per le aziende agricole che aumentano la produzione.
La protesta in Italia
In Italia la protesta – che prevede il blocco delle autostrade con i trattori – riguarderà anche altre tematiche, tra cui un prezzo del latte che riconosca i reali costi di produzione e la certificazione della provenienza delle materie prime che, come spiega l’EMB, sarà rivolta soprattutto contro la grande distribuzione. I produttori chiedono di istituire una DOP sul latte, e non solo sui prodotti finiti per certificare la provenienza della materia prima delle nostre eccellenze Made in Italy nonché una limitazione dei contributi nazionali e regionali ai soli caseifici che trasformano il latte italiano al 100%, vietando categoricamente ogni manipolazione chimica nella lavorazione dei prodotti lattiero-caseari. Il tutto deve essere sostenuto da un’approfondita campagna di educazione alimentare rivolta ai consumatori, per una corretta informazione sull’acquisto e sul consumo dei prodotti alimentari.