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Italia, Francia e Germania si coordinano per i rimpatri di migranti irregolari

Italia, Francia e Germania si coordinano per i rimpatri di migranti irregolari

I ministri degli Interni dei tre Paesi chiedono all’Ue un impegno “serio e massiccio” sui rimpatri volontari e assistiti. Per Avramopoulos “le sfide aperte sono ancora difficili”

Roma – Italia, Francia e Germania incrementeranno i rimpatri di migranti irregolari verso i Paesi africani. I ministri degli interni italiano, Angelino Alfano, francese, Bernard Cazeneuve, e tedesco, Thomas De Maizière si sono accordati per avviare un coordinamento delle misure nazionali volte a rimandare nella terra d’origine chi è arrivato in Europa senza requisiti per essere accolto.

L’intesa, raggiunta in occasione dei lavori del G6 sulla sicurezza presieduto ieri e oggi da Alfano a Roma, punta ad “accrescere nei prossimi mesi il numero di rimpatri di migranti economici irregolari”. Oltre agli impegni a livello nazionale, i tre Stati membri schiederanno congiuntamente a Bruxelles un impegno “serio e massiccio” della Commissione europea e del Servizio esterno dell’Ue “per incrementare da subito i rimpatri volontari e assistiti”.

Il titolare della Farnesina ha espresso su Twitter la propria soddisfazione per l’accordo

spiegando che “noi, insieme con Francia e Germania, abbiamo deciso di diventare il motore che attiva i rimpatri dei migranti irregolari, finora un punto molto debole dell’Europa”.

Il titolare del Viminale ha criticato l’Ue anche per i disattesi impegni sul ricollocamento dei rifugiati, questione della quale ha parlato con il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, presente all’incontro insieme con il suo collega con delega alla Sicurezza Julian King. Alfano ha riconosciuto ad Avramopoulos il merito di dare “una spinta molto forte su questo tema”. Il problema, ha spiegato, è che “gli egoismi non nascono dalla Commissione europea, ma dagli Stati nazionali”.

Il commissario greco, arrivando all’appuntamento in mattinata, aveva lodato “il ruolo di prima fila dell’Italia sul fronte della sicurezza e dell’immigrazione”. Sottolineando che “le sfide aperte sono ancora difficili”, ha però voluto ricordare “il lavoro già fatto, soprattutto sul fronte delle relazioni esterne e dell’azione in Africa, anche a seguito della spinta italiana”.

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