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Tusk abbassa i toni: Trump non è più una

Tusk abbassa i toni: Trump non è più una "minaccia" ma una "sfida"

Il presidente del Consiglio europeo dopo il Vertice di Valletta: "Nell'Ue abbiamo temperamenti e modi di esprimerci diversi, ma siamo uniti"

Bruxelles – Nella sua lettera di invito ai capi di Stato e di governo al Vertice di Valletta a Malta, il presidente del Consiglio europeo aveva inserito l’elezione di Trump tra le “minacce” che l’Europa doveva a suo avviso affrontare. Ma dopo la riunione i toni di Donald Tusk si sono molto abbassati, segno che i leader europei gli hanno chiesto di non alzare il tiro dello scontro con la nuova amministrazione statunitense. “La sola vera minaccia sarebbe se non fossimo uniti verso le sfide” che attendono l’Ue per cui “la situazione geopolitica non è un minaccia ma una sfida”, ha dichiarato il polacco. Tusk ha motivato le parole da lui usate dicendo “abbiamo temperamenti diversi e modi di esprimerci diversi” nell’Ue, ma nella volontà di “proteggere la dignità e gli interessi europei siamo stati assolutamente uniti” e “non ho dubbi che quando si tratterà della sostanza riceverò pieno supporto sulle vere sfide per l’Europa”. E la prova che i leader europei sarebbero uniti nel consenso sull’attuale presidente del Consiglio europeo, sarebbe nel fatto che “mi chiamavano ‘il nostro Donald’ durante la riunione”, in modo da distinguerlo dall’altro Donald, Trump, ha scherzato Tusk parlando con i giornalisti.

“C’è preoccupazione su alcune decisioni prese dalla nuova amministrazione e su alcune sue attitudini”, ma nella riunione non è emerso “nessun senso di anti-americanismo”, ha garantito il premier maltese Joseph Muscat. Per il leader del paese con la presidenza di turno dell’Ue nella riunione “è emersa l’esigenza di impegnarsi a lavorare con gli Usa”, ma “come in ogni buona relazione, non possiamo restare in silenzio quando ci sono i nostri principi di mezzo, e noi non lo faremo”.

Il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, chiede all’Ue di “metterla in positivo” e capire che “da un lato c’è l’Alleanza Atlantica e i rapporti transatlantici” da preservare, dall’altro “credo ci sia la domanda che l’Ue deve porre a se’ stessa: se cioè nel contesto attuale si può svolgere un ruolo di un certo interesse più rilevante di quello svolto finora”.

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