Bruxelles – La battaglia per le liste elettorali transnazionali per i posti lasciati liberi al Parlamento europeo dai britannici, sostenuta in particolare dal governo italiano, potrebbe essere una prima vittoria del neo presidente francese Emmanuel Macron nel suo progetto di riforma dell’Unione europea. Ne è convito Andrew Duff, ex europarlamentare liberale britannico ed ora tra i maggiori analisti delle politiche europee.
In un paper scritto per l’European policy centre Duff ricorda come “Emmanuel Macron è il primo leader europeo ad essere eletto su una piattaforma che abbraccia la riforma elettorale del Parlamento europeo. Egli sostiene le proposte per creare un collegio paneuropeo per l’elezione di un certo numero di deputati europei da elenchi transnazionali”. Queste liste sarebbero espressione di partiti politici europei “che per la prima volta – sottolinea lo studioso – avrebbero un ruolo reale nella campagna elettorale europea”. Rappresenterebbero in sostanza un primo passo verso una vera integrazione politica nell’Unione.
“La domanda principale oggi è: le circostanze attuali sono adatte a introdurre in tempo le liste europee per le elezioni del maggio 2019?”, dice Duff, secondo il quale la Brexit elimina almeno uno dei maggiori ostacoli alla riforma politica dell’Unione e per il rafforzamento del Parlamento. Per l’ex parlamentare “il presidente Macron aggiungerà il suo peso considerevole nel Consiglio europeo alla causa, che già è già fortemente sostenuta dall’infaticabile italiano Sandro Gozi”, il sottosegretario responsabile per le Politiche europee, e anche dal Belgio.
Ora ci sono 73 seggi che si liberano, e questo offre una grande occasione ai sostenitori di questa battaglia, ma già il presidente della Commissione europea jean-Claude Juncker proprio ieri, pur dicendosi favorevole all’iniziativa, ha detto che “non c”è il tempo” per realizzarla entro il 2019.
Duff ricorda che già nel novembre del 2015 il Parlamento europeo ha votato per sostenere l’idea di una lista comune, tema richiamato anche dalla recente risoluzione sulla Brexit. Per il britannico dunque “il tempo per una tale riforma radicale è ora”, e secondo lui l’introduzione di liste europee darebbe “un forte impulso europeista alle prossime elezioni e per un nuovo peso del Parlamento”.
Secondo Duff una novità di questo tipo “salverebbe e rinforzerebbe” anche per il 2019 il processo adottato nel 2014 dello “Spitzenkandidat”, l’indicazione preventiva da parte dei partiti europei del loro candidato alla presidenza della Commissione.
Alle prossime elezioni gli elettori avrebbero dunque due scheda, una per i partiti nazionali ed una per quelli europei. “Molti sarebbero stupiti – scrive Duff -, alcuni sarebbero confusi, ma la maggior parte sarebbe felici di godere della prima prova tangibile del privilegio che essi godono come cittadini dell’Unione Europea. La democrazia europea sarebbe stata rinnovata. Macron avrebbe raggiunto il suo obiettivo”.