In un rinnovato clima di tensione i leader europei venerdì hanno adottato nuove misure anti-terrorismo a Bruxelles, mentre la città rimane blindata dopo il fallito attentato alla stazione Centrale.
Al vertice europeo i capi di Stato e di governo hanno deciso di incrementare lo scambio di informazioni sui controlli alle frontiere esterne per fermare i cosiddetti foreign fighters, i combattenti europei radicalizzati.
Ma per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk la lotta al terrorismo inizia con la prevenzione sul web: “Rivolgiamo un appello ai social media affinché facciano tutto il necessario per contrastare la diffusione di materiale terroristico via Internet. In concreto, questo significa sviluppare strumenti per rimuovere automaticamente questo tipo di messaggi”.
È la propaganda on line che può spingere improvvisamente all’azione i cosiddetti lupi solitari, estremisti islamici o di estrema destra, non necessariamente legati a reti terroristiche e per questo molto difficili da individuare.
La cyber-guerra contro il terrorismo può essere condotta con algoritmi, come spiega John Duhig, dell’European Fondation for Democracy, think tank specializzato nella prevenzione della radicalizzazione: “Ad esempio un algoritmo che si chiama “EGLIF” è stato sviluppato negli StatI Uniti, e consente di rimuovere immediatamente video o messaggi di incitamento al terrorismo dai siti web – ha dichiarato – È una tecnologia gratuita, ma non è molto utilizzata dall’industria del web. Il Forum europeo di Internet è stato costituito a dicembre del 2015, siamo a giugno del 2017, 18 mesi dopo e non abbiamo visto molto dalle società dei social media”.
Secondo il rapporto della Commissione europea, solo Facebook si sta impegnando seriamente per la rimozione della propaganda terroristica dal web, gli altri social media, e in particolare Twitter e WhatsApp dovranno dimostrare di aver sviluppato le proprie tecnologie anti-terrorismo nella nuova riunione del Forum europeo di Internet che si svolge la settimana prossima a Bruxelles.