Bruxelles – Che le fragole a Wimbledon vadano a ruba non è una novità. Al prezzo di soli £2,50 a vaschetta, fragole e panna sono diventate una costante dei tornei di tennis fin dai tempi in cui la stagione della fragola Vittoriana coincideva con quella agonistica. Tuttavia, con la Brexit alle porte, sembra in pericolo anche questa tradizione del più antico torneo di tennis visto che a raccogliere il saporito frutto nella zona sono soprattutto lavoratori stagionali rumeni e bulgari, che probabilmente avranno più difficoltà a venire in futuro. A quel punto invece che lavoratori si potrebbe finire per importare direttamente i prodotti ma il responsabile di cibo e bevande di Wimbledon ha spiegato che nei campionati futuri si cercherà comunque di impiegare fragole di provenienza locale.
“Non abbiamo avuto alcun contatto con il nostro fornitore di fragole a Wimbledon. Se c’è qualcosa di cui dovremo occuparci, lo faremo,” afferma Anthony Davies, catering manager del torneo di tennis. “Le fragole sono importanti per Wimbledon, e ci assicureremo di non farle mancare”. Alla domanda se il frutto debba essere d’origine inglese, Davies dice: “Non deve esserlo, ma vogliamo impegnarci nella difesa dei prodotti inglesi, e perché dovremmo cercare da altre parti in questo periodo dell’anno? La nostra speranza è di sostenere le fragole locali”.
Tuttavia Marion Regan, direttore delle fattorie Hugh Lowe del Kent, fornitrici ufficiali delle fragole di Wimbledon, avverte: “Credo che le fragole finiranno per essere importate. Abbiamo bisogno di persone disposte a viaggiare stagionalmente da altri paesi per raccogliere il nostro frutto e tornare a casa una volta finita la stagione: sono le benvenute poiché farebbero un lavoro saltuario ma che la popolazione del Regno Unito, sempre più urbana, non vuole o è incapace di fare”. Mentre Davies si è dichiarato fiducioso che le fragole rimarranno di provenienza locale, la British Summer Fruits, l’industria responsabile del 97% di bacche nei supermercati britannici, ha dichiarato che i prezzi di fragole e lamponi potrebbero incrementare del 50% come conseguenza della Brexit. La stessa industria ha affermato che il 95% dei raccoglitori stagionali di frutta nel Regno Unito sono di provenienza Ue.
Ne è la riprova il fatto che la maggior parte delle fragole vendute a Wimbledon vengano raccolte da lavoratori rumeni o bulgari. Regan dice: “Abbiamo un’incredibile squadra di lavoro qui. Come tutti gli altri agricoltori britannici, facciamo affidamento su una forza lavoro flessibile”. Difatti, le fattorie Hugh Lowe inviano a Wimbledon 28.000 chili di fragole all’anno. Inoltre, Regan esprime il desiderio che venga trovato un accordo post-Brexit per permettere ai migranti stagionali di continuare a lavorare nel Regno Unito.
Laurence Olins, direttore della British Summer Fruits (BSF), sostiene: “La situazione è estrema. Senza i raccoglitori, non abbiamo un mercato di frutti rossi”. La BSF si è appellata al governo inglese perché vengano introdotti contratti a tempo determinato per tutti i cittadini Ue determinati a lavorare nel Regno Unito dopo la Brexit. Davies conclude: “L’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentati sta crescendo come mai negli ultimi anni, ma non è qualcosa che non avessimo previsto. Per noi si tratta di fare le scelte giuste cosicché i nostri consumatori possano vivere un’esperienza indimenticabile”.

![Veduta aerea di Gibilterra [foto: Adam Cli/Wikimedia Commons]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/06/Gibraltar5-350x250.jpg)


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