Bruxelles – Andreas Georgiou, dal 2010 al 2015 capo dell’Elstat, l’Istat della Grecia, è stato condannato in appello a due anni di pena sospesa. L’uomo, che non era presente in aula al momento della sentenza in quanto vive negli Stati Uniti dalla fine del suo mandato, era accusato di aver “violato i suoi doveri” e non aver comunicato regolarmente al consiglio dell’agenzia statistica Elsat di aver inviato i dati di bilancio greci per il 2009 al suo omologo europeo di Eurostat. Il paradosso è che Georgiou è nei fatti stato condannato in quanto è stato la persona che ha rivelato i trucchi contabili con cui Atene occultava la vera entità del deficit del Paese. I suoi avvocati hanno annunciato che faranno appello presso la Corte suprema. “Andreas Georgiou crede pienamente nella sua innocenza, per la quale combatterà per tutto il tempo necessario fino alla sua definitiva e completa prova di innocenza”, hanno affermato in una dichiarazione.
Nel 2009 il governo uscente di Nuova Democrazia guidato da Kostas Karamanlis, nel tracciare traccia il bilancio del periodo post-Olimpico, aveva affermato che il rapporto tra deficit e Pil era del 6%. Appena chiuse le urne, la cifra però venne rivista al rialzo, volando al 12,5%. L’Elstat entrò nella bufera e il suo capo viene sostituito con Georgiou che dopo una vasta operazione trasparenza nel novembre del 2010 svelo che il reale rapporto deficit/Pil nel Paese era del 15,9%, una cifra che portò poi all’intervento della Troika e all’inizio dell’imposizione al Paese dei piani di austerità. Motivo per cui Georgiou non è molto popolare nel Paese, da molti è accusato di essere la causa dell’inizio dei problemi della penisola ellenica.