Bruxelles – La qualità della vita in Italia è forse migliore che altrove, ma non certo la qualità dell’aria, che continua a rappresentare un problema insoluto per il Paese e le sue città. Nel 2017 l’Italia si attestata come il sesto Stato membro dell’UE e il secondo dell’area euro per concentrazione di polveri ultrasottili (PM 2,5) nella aree urbane. Con 19,4 microgrammi per metro cubo, le città d’Italia sono in sostanza tra quelle con l’aria più irrespirabile.
A certificarlo Eurostat nei dati relativi al rispetto degli obiettivi di sostenibilità, l’insieme degli sforzi che gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a sostenere per rendere migliore la qualità della vita. In Italia su questo fronte, c’è ancora tanto da fare.
Non è una novità, del resto. A marzo di quest’anno l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea per il ripetuto sforamento dei limiti di biossido di azoto (NO2). Non solo. L’Italia ha problemi anche con le polveri sottili (PM10). A causa dello smog l’Italia ha visto l’avvio di una procedura d’infrazione nel 2014, sfociata in un altro deferimento alla Corte di Lussemburgo.
Buone notizia, invece, sul fronte delle smaltimento dei rifiuti urbani. L’Italia è l’ottavo Paese dell’UE per capacità di riciclo. Il 47,7% del totale generato viene recuperato. Considerando che storicamente l’Italia ha problemi nella gestione della spazzatura, il fatto di essere nella parte alta della classifica europea è certamente un dato positivo. Anche se viene riciclato meno della metà degli scarti prodotti, a riprova del fatto che c’è ancora molto da fare.