Roma – L’Europa è la nuova rotta del governo Conte 2. A Bruxelles un nuovo patto di stabilità, una diversa gestione dell’immigrazione, integrazione e corridoi umanitari. Con le linee guida del nuovo governo in Parlamento, Giuseppe Conte, chiude una fase e ne apre un’altra. Felpato su alcuni temi, più risoluto su altri dove l’intesa tra Pd e M5s è più solida. È il giorno della fiducia e dentro e fuori il palazzo di Montecitorio si registrano le proteste di Lega e Fratelli d’Italia e della destra più radicale che chiede elezioni e inneggia alla democrazia col saluto romano e cori per il Duce.
La fiducia della maggioranza giallo-rossa arriva a fine serata (343 sì, 263 no e 3 astenuti), numeri da navigazione tranquilla, si vedrà se anche il secondo round al Senato sarà sufficiente ad affrontare le inevitabili fibrillazioni tra due partiti che si sono combattuti fino a poche settimane fa. Gli applausi alternati segnalano le distanze tra alleati, sullo stop alle trivelle, sulle revisioni delle concessioni autostradali, ma ci pensano i tumulti della destra a ricompattare la nuova coalizione.
Conte comincia ringraziando Mattarella “che ci ha guidato con equilibrio e saggezza” e così sono partiti i mugugni e le interruzioni leghiste che hanno accompagnato l’intervento per tutta la sua durata. Stesso registro nella replica con Conte che attacca: “chiedete elezioni ma questa è una democrazia parlamentare, non conoscete la nostra Costituzione”.
Nel merito il premier spinge su un programma che vede come primi impegni la manovra economica, per evitare l’aumento dell’Iva e una riforma fiscale con la riduzione del cuneo sul lavoro. Sostegno agli investimenti privilegiando quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale, la difesa della sanità pubblica con nuove assunzioni, e l’autonomia differenziata che ha condizionato il governo precedente, continuerà ma con l’obiettivo di garantire ai cittadini di tutte le regioni “la medesima qualità dei servizi”, e non aumentare il divario tra nord e sud del Paese.
Poi il welfare “con scuola e famiglia al centro, asili nido e servizi saranno le prime leve su cui agire”. Un programma “serio e solido” secondo il PD che apprezza il cambio di passo e naturalmente dal M5S che “con determinazione ha contribuito alla sua stesura privilegiando gli investimenti nel segno di un green deal.
In Europa il nuovo ruolo dell’Italia non più condizionata da un partito sovranista per Conte servirà a “migliorare il patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione”. Il futuro rapporto con l’Ue scatena proteste e insulti dalla Lega e Fratelli d’Italia, ma Conte replica con altrettanta durezza: “Difendere gli interessi degli italiani non significa abbandonarsi a sterili isolazionismi”. Un attacco contro la Lega perché “la prospettiva di poter recitare un ruolo nel nuovo assetto dell’Europa, significa rivendicare e cercare di ottenere un portafoglio economico di primaria importanza”. Poi il siluro ancora contro Salvini: “Protagonisti in Europa significa prendere parte a tutti i Consigli europei, a tutti. Ci siamo intesi? E non a nessuno, e arrivare preparati, studiare i dossier e negoziare”.
Il dossier migranti è tornato in vari passaggi e sul fronte interno Conte ha riscritto l’agenda, privilegiando anche in questo caso un nuovo rapporto con l’Europa, la modifica del regolamento di Dublino e dei decreti sicurezza “secondo le indicazioni già suggerite dal presidente Mattarella”. Il premier ha annunciato un cambio di direzione anche nel metodo presentando “un governo che userà un lessico più consono, con una lingua mite con un’azione che non si misurerà dall’arroganza delle parole”.