Bruxelles – Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale del 20 e 21 settembre, i gruppi di Più Europa all’estero rilanciano la campagna per il NO al Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, recita una nota congiunta dei gruppi di Più Europa a Bruxelles, Londra, Amsterdam e Colonia. Lo avevano già fatto a gennaio, costituendosi in un Comitato informale per il NO a Bruxelles, vera e propria “antenna” del Comitato “Cominciamo dal NO” fondato da Più Europa, che oggi chiede un dibattito vero sul Referendum che spieghi agli elettori le motivazioni del SÌ e del NO. “Tutti i sondaggi dicono che stravincerà il Sì al taglio dei parlamentari. Noi pensiamo che se gli italiani conoscessero le conseguenze della vittoria del Sì le cose cambierebbero”, si legge nel recente appello “Diamo un taglio al populismo” che il partito di Emma Bonino rivolge a istituzioni e organi di informazione.
“Noi non ci opponiamo a una riforma che punti a una riduzione del numero degli eletti per rendere il Parlamento più forte, libero, autorevole”, dichiara Giorgio La Rosa, responsabile estero di Più Europa. “Ci opponiamo invece al taglio lineare dei parlamentari nel quadro di un sistema bicamerale perfetto: gli effetti che questo avrebbe sull’esercizio delle funzioni parlamentari e l’efficienza del sistema democratico sarebbero devastanti”.
“Un caffè all’anno per ogni italiano, meno di un euro al giorno“: sarebbe questo l’esiguo risparmio derivante dalla riforma. “Un prezzo troppo alto in termini di rappresentanza territoriale, per un risparmio a dir poco esiguo”, recita ancora la nota di Più Europa all’estero.
La rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero ne uscirebbe del resto duramente colpita: si passerebbe da 12 a 8 seggi alla Camera e da 6 a 4 al Senato. Cifre alla mano, “un senatore eletto in Italia rappresenterebbe 300.000 abitanti, uno eletto all’estero 1.400.000 iscritti AIRE (oggi: 192.000 contro 800.000); mentre un deputato eletto in Italia rappresenterebbe 150.000 abitanti, uno eletto all’estero 700.000 iscritti AIRE (oggi: 96.000 contro 400.000)”.
“La riforma proposta è solo un pezzo del puzzle che mira allo svilimento della rappresentanza degli italiani all’estero: dagli ostacoli alla partecipazione, alle consultazioni elettorali, al rinvio indeterminato dell’esame dei progetti di modifica della disciplina del voto all’estero”, lamentano anche i coordinatori dei gruppi di Più Europa Bruxelles (Benedetta Dentamaro), Londra (Ivan Procaccini), Amsterdam (Diego Di Gilio) e Colonia (Hamdy Sallam).
Uno svilimento provocato anche dalla “scarsità d’informazione sul referendum degli ultimi mesi per le comunità italiane nel mondo”. Come rimediare? Con una campagna transnazionale sul NO, fatta di video e dibattiti con gli altri comitati del NO, incentrati sugli italiani all’estero e i giovani, senza trascurare l’informazione costante degli elettori su modalità di voto e ragioni della riforma a cui si dice NO. Informazione essenziale per cercare di contrastare un taglio che, nelle parole di Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa, “ha come unica ragione e avrà come unico effetto di ridimensionare l’autorevolezza del Parlamento mettendo in crisi gli equilibri della Costituzione”.
Ne è consapevole anche il deputato di Più Europa Riccardo Magi, impegnato sul fronte del NO con una battente campagna informativa.
La pagina e del gruppo Facebook del Comitato informale sono rimasti operativi anche durante la pandemia. Ma la vera novità è il Chat Bot informativo sviluppato per Più Europa proprio dai gruppi esteri. Cos’è un Bot? E’ un software da installare sulle pagine Facebook in grado di fornire via Messenger “risposte precise e ben definite alle domande poste dall’interessato sulla Riforma Costituzionale e le ragioni per il NO”, riferisce Oliviero Iurcovich del gruppo di Londra, che ha progettato il bot insieme a Silvia Sapora.
I sostenitori del NO scontano un vuoto di informazione di mesi. Ecco perché Più Europa mette a disposizione il Bot gratuitamente anche a quei partiti e associazioni che condividano questa battaglia. Strumento di democrazia e conoscenza per raggiungere il cittadino ai tempi del coronavirus, il Bot può essere l’inizio di un “dialogo online con i cittadini” e di una collaborazione tra partiti all’insegna della “condivisione di strumenti democratici innovativi”.
Dopo aver ricevuto il plico elettorale entro il 6 settembre, i cittadini italiani iscritti all’AIRE avranno tempo fino al 15 settembre per votare. Potrà farlo anche chi risiede temporaneamente all’estero, basta aver esercitato l’opzione per partecipare al referendum da fuori Italia.