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Mari puliti, Commissione UE apre la consultazione per la revisione della direttiva ambiente marino

Mari puliti, Commissione UE apre la consultazione per la revisione della direttiva ambiente marino

Ottenere una protezione "più efficace dell'ambiente marino consentendo un uso sostenibile dei mari e degli oceani dell'UE", l'obiettivo di Bruxelles. Aggiornamento previsto per il primo trimestre 2023, tenendo conto di carenze e aree con margine di miglioramento individuate nel rapporto sull'attuazione della strategia negli Stati membri. La consultazione è aperta ai contributi fino al 6 maggio

Bruxelles – Mari puliti, sani e produttivi entro il 2020. La Commissione Europea ha avviato l’8 aprile la consultazione pubblica per la valutazione e l’eventuale revisione della direttiva quadro “Strategia per l’ambiente marino” (2008/56 / CE) con la cui adozione nel 2008 l’UE ha chiesto ai Paesi di sviluppare strategie per raggiungere un “buono stato ambientale” e disporre di mari puliti, sani e produttivi entro il 2020.

Con l’avvio della prima fase di consultazione pubblica – aperta fino al 6 maggio – Bruxelles vuole valutare i risultati e le carenze della direttiva, esplorerà le opzioni di miglioramento e proporrà eventuali emendamenti. L’eventuale iniziativa, prevista per il primo trimestre del 2023, dovrebbe concentrarsi sulle carenze e aree con margine di miglioramento che sono state individuate nel rapporto di giugno 2020 sull’attuazione della strategia negli Stati membri: in primis, aumentare il livello di ambizione e di impegno sia degli Stati che dell’UE; garantire risorse umane e materiali sufficienti per proteggere l’ambiente marino; infine, razionalizzare e semplificare l’attuazione della direttiva quadro, anche attraverso “una maggiore armonizzazione dei dati”.

Tra le possibilità al vaglio della Commissione per “aggiornare” la direttiva c’è quella di proseguire con la politica attualmente portata avanti. Ma anche l’abrogazione della direttiva a favore delle convenzioni regionali sul mare e della vigente normativa settoriale dell’UE; un miglioramento di fatto dell’attuazione della direttiva con “documenti di orientamento, procedure di infrazione e atti delegati della Commissione” per affrontare le questioni irrisolte negli Stati membri; o ancora, modifiche mirate come obiettivi più specifici, maggiore armonizzazione delle azioni all’interno delle regioni marine.

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