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L'UE: avanti con alleanze industriali per processori, dati, aviazione sostenibile e lanciatori spaziali

L'UE: avanti con alleanze industriali per processori, dati, aviazione sostenibile e lanciatori spaziali

La Commissione europea propone una revisione della strategia per il mondo delle imprese volta a ridurre la dipendenza dall'estero. Esultano le imprese

Bruxelles – Fare squadra, laddove serve davvero, per essere competitivi nei confronti del resto del mondo e divenire meno dipendente da esso. Avanti tutti insieme su processori e semiconduttori, dati industriali e poi probabilmente anche su aviazione sostenibile e lanciatori spaziali. Ecco la strategia industriale dell’UE, come rivista dalla Commissione europea nella sua comunicazione agli Stati. A loro il team von der Leyen suggerisce di spingere su nuove alleanze industriali in nome di autonomia strategica e rilancio in grande stile di mercato unico ed economia comune.

Attualmente l’UE importa qualcosa come 5.200 prodotti dal resto del mondo, ed è proprio al di là dei confini dell’Unione che si registrerà l’85% della crescita globale nel prossimo decennio. Si rischia di restare indietro. Considerando che in questa lista dei materie scarseggianti ci sono 137 prodotti per i quali l’UE è “fortemente dipendente, in ecosistemi sensibili”, occorre mettersi al riparo.

Difficile sopperire a tutti i bisogni, e allora la Commissione europea pensa a due aree strategiche. Basandosi sulla passata esperienza positiva nei settori delle batterie, delle materie prime e dell’idrogeno, l’esecutivo comunitario prepara il lancio di due nuove alleanze: l‘Alleanza per i processori e le tecnologie dei semiconduttori e l’alleanza per i dati industriali e la loro elaborazione centralizzata (cloud computing) e non (edge computing). Le alleanze forniscono una piattaforma ampia e aperta in linea di principio e presteranno particolare attenzione all’inclusione per le start-up e le piccole e medie imprese.

Non finisce qui, perché il team von der Leyen valuta pure un’alleanza sui lanciatori spaziali per riunire tutti gli attori, grandi e piccoli, per lavorare ad un accesso dell’UE allo spazio competitivo a livello globale, economico e autonomo. Altro progetto di rivoluzione industriale è quello di un’alleanza sull’aviazione a emissioni zero così da garantire che il mercato sia pronto per aeromobili innovativi (a idrogeno, elettrico…), facendo leva sugli investimenti esistenti nell’ambito dell’iniziativa Clean Sky e contribuendo all’obiettivo di neutralità climatica dell’Europa per il 2050.

“La strategia industriale aggiornata di oggi mira a garantire che le nostre industrie siano attrezzate per guidare le trasformazioni digitali e verdi della nostra economia, garantendo al contempo la competitività delle nostre industrie, anche nel contesto della ripresa dalla crisi del coronavirus”, sottolinea la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager. Ma soprattutto “vogliamo ridurre le dipendenze strategiche”, le fa eco il commissario per il Commercio e un’economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis.

Esulta il mondo delle imprese. Il lavoro sulle alleanze industriali a livello dell’UE è fondamentale per sviluppare progetti industriali su larga scala e transfrontalieri in settori strategici, dove il mercato da solo non offre risultati”, commenta Pierre Gattaz, presidente di BusinessEurope.Queste alleanze industriali insieme a importanti progetti di comune interesse europeo sono fondamentali per mettere in comune gli investimenti pubblico-privato. Sosteniamo la Commissione per migliorare ulteriormente le regole per questi progetti di interesse comune europeo”.

Soddisfatta l’europarlamentare Patrizia Toia (PD/S&D), vicepresidente della commissione Industria “L’Europa deve gestire e vincere le sue dipendenze strategiche in alcuni settori cruciali”. Quindi bene venga l’iniziativa dell’esecutivo comunitario. “L’impegno su nuove alleanze industriali per i processori, i lanciatori spaziali e nel settore dell’aviazione indicano le strade da percorrere. Ora però le misure vanno approvate e applicate in fretta perché la riconversione delle filiere industriali è un lavoro enorme”.

Critica invece la delegazione italiana dei Verdi europei. “Inspiegabile l’assenza di riferimenti all’efficienza delle risorse e all’economia circolare”, sostengono gli eurparlamentari Eleonora Evi, Ignazio Corrao, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini.  “Sono la strada maestra per ridurre la dipendenza in settori strategici come quello delle materie prime,
creando al tempo stesso mercati – e occupazione – più sostenibili in UE”.

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