Bruxelles – In un solo mese, tra dicembre 2021 e gennaio 2022, i prezzi alla produzione industriale sono aumentati del 5,2 per cento nell’area euro e del 4,9 per cento nell’UE. A trainare verso l’alto il costo per gli opeatori del mercato soprattutto il caro-energia. Come spiega Eurostat nel diffondere i dati, i prezzi alla produzione sono aumentati dell’11,6 per cento nel solo settore energetico. Escludendo solo questo dato, l’aumento nell’eurozona sarebbe del 2,2 per cento.
Per quanto riguarda gli altri settori, a gennaio, rispetto al dicembre, nell’eurozona i prezzi alla produzione industriale registrano un aumento del 2,7 per cento per i beni intermedi, del 2,2 per cento per i beni di consumo durevoli, dell’1,6 per cento per i beni di consumo non durevoli e dell’1,5 per cento per i beni strumentali.
A livello di Stati membri gli aumenti a gennaio si registrano in Belgio (+10,2 per cento) e Slovacchia (+8,7 per cento). Aumenti anche in Francia (+3,3 per cento) e Spagna (+0,6 per cento). Non disponibile il dato italiano.
I dati confermano i timori delle istituzioni comunitarie, che hanno visto nell’aumento dei prezzi uno dei rischi per la ripresa. Alla luce della guerra in Ucraina, le sanzioni europee in risposta a tale conflitto e le ripercussioni sul settore dell’energia, c’è la possibilità che la dinamica dei prezzi possa non invertirsi a breve, con tutto ciò che può significare per la ripresa. La Commissione europea è consapevole della posta in gioco, e ha già fatto sapere che il conflitto in corso con le sue ricadute toglieranno slancio alla ripresa post-pandemia dell’Unione europea e dei suoi Paesi con la moneta unica.
Già prima della guerra in Ucraina le imprese tedesche denunciavano una situazione difficile, paventando chiusure e fallimenti diffusi. Il dato Eurostat di oggi (3 marzo) è solo un altro campanello d’allarme.