Bruxelles – La Commissione dà il suo benestare al piano di ripresa della Polonia, e l’Unione europea si spacca. Il parere positivo alla strategia nazionale di Varsavia, che può portare all’erogazione di 35,4 miliardi di euro nella casse polacche per puntellare l’economia dopo la crisi sanitaria, ha visto il voto contrario dei due vicepresidenti esecutivi della Commissione, Frans Timmermans, socialista, e Margrethe Vestager, liberale, segnando una frattura politica all’interno del team von der Leyen. Una dinamica che si ripropone anche in Parlamento europea, con la levata di scudi degli stessi schieramenti, socialisti e liberali. Anche la responsabile per i Valori e la trasparenza, Vera Jourova, altra liberale, ha dubbi in proposito, ma non ha potuto esprimersi perché non presente alla riunione del collegio per impegni istituzionali.
I primi a reagire sono gli europarlamentari socialdemocratici. “Abbiamo bisogno di cambiamenti significativi, e non solo estetici, per ripristinare completamente lo stato di diritto in Polonia”, tuona la presidente del gruppo, Iratxe Garcia Perez. “L’eventuale esborso dei fondi di recupero post COVID per la Polonia non deve avvenire fino a quando non saranno soddisfatte tutte le condizioni stabilite dalla Corte di giustizia europea”. Inoltre, i cambiamenti non devono solo essere significativi, ma anche mantenuti. La Commissione deve verificare scrupolosamente l’assenza di storno o regresso prima del pagamento di una nuova rata dei fondi di recupero”.
Le valutazioni della Commissione a trazione PPE è che le modifiche introdotte in Polonia in materia di riforma della giustizia siano sufficienti a fugare i dubbi circa la politica di Varsavia sul terzo potere istituzionale. La maggioranza polacca ha dovuto fare dietro front e decretare lo smantellamento della sezione disciplinare per i giudici, motivo oltretutto della condanna al pagamento della sentenza record di un milione di euro al giorno da parte della Corte di giustizia dell’UE.
Il Parlamento europeo, che ha poteri in materia di bilancio ma non sul Recovery fund, che è fuori dal budget UE, già si mobilita per chiedere alla Commissione di rivedere la propria decisione. I liberali chiedono e ottengono un dibattito in plenaria martedì prossimo (7 giugno), e criticano la decisione della presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, di non comparire in Aula per spiegare i motivi del via libera.
If that is the case, then why the hurry to take the decision? Unless there was another agenda behind it, say getting Polish approval for other plans….And how likely is it for @vonderleyen to make a grand announcement today in Warsaw, and block payments next month? #AbolishVetoes https://t.co/UHl9X2rO2h
— Sophie in 't Veld (@SophieintVeld) June 2, 2022
Il gruppo Renew è quello che più di tutti contesta una decisione ritenuta “frettolosa” e pure sospetta sul piano per la ripresa della Polonia. Ci ha provato il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, a fugare i dubbi. “Un’approvazione è un’approvazione”, suggerendo implicitamente che in democrazia si procede a maggioranza e non all’unanimità.
Ora la parola spetta al Consiglio, che a dispetto del Parlamento ha potere decisione vero sul Recovery. Se anche qui si dovesse riproporre la spaccatura tra governi a guida PPE (Austria, Croazia, Cipro, Grecia, Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia) e quelli a guida PSE (Danimarca, Finlandia, Germania, Malta, Portogallo, Spagna, Svezia) e a guida liberale (Belgio, Estonia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, più la Francia di Emmanuel Macron il cui partito è affiliato all’ALDE), allora le cose rischiano di complicarsi.
Von der Leyen tira dritto, e rivendica la decisione presa, motivandola con provvedimenti arrivati e in arrivo. A Varsavia per presentare ufficialmente il via libera, spiega che il dietro front sul consiglio disciplinare dei giudici e la creazione di un organismo nuovo, indipendente, è un passo avanti. “I giudici sospesi entro il 2023 dovranno essere reintegrati”, ma soprattutto “nessuno ci sarà alcun esborso se prima non saranno varate le riforme promesse” nel campo della giustizia. Un voto di fiducia sulla fiducia, dunque, quello per il piano di ripresa della Polonia. In attesa delle promesse contenute nel piano e fatte alla Commissione.
“La legge approvata dal Parlamento deve essere attuata, come le condizioni” alla base del recovery fund. “Questo è un accordo che abbiamo tra noi”, sottolinea von der Leyen. “Prima vengono soddisfatte le pietre miliari, poi si procedere all’erogazione dei fondi”.