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In 30mila a Bruxelles per la Marcia per il clima
Ph: Johanna de Tessieres

In 30mila a Bruxelles per la Marcia per il clima

La grande manifestazione indetta da Coalition Climat ha coinvolto più di novanta associazioni belghe e internazionali. Eunews ha incontrato la vice-presidente Zanna Vanrenterghem

Bruxelles – “On est plus chaud, plus chaud, plus chaud que le climat!” (Siamo più caldi del clima). In  circa 30mila hanno sfilato ieri (23 ottobre) per le strade di Bruxelles cantando a gran voce l’urgenza di prendere finalmente decisioni concrete contro il cambiamento climatico. L’enorme corteo, indetto dall’associazione Coalition Climat, ha riunito più di novanta organizzazioni della società civile belga e internazionali, che da Gare du Nord hanno attraversato la città passando da Rue de La Loi, l’arteria nel cuore del quartiere delle istituzioni europee, fino al Parco del Cinquantenario, dove la manifestazione si è conclusa con concerti e dibattiti sul palco allestito per l’occasione nel piazzale.

A meno di un mese dalla COP 27, che si terrà a Sharm el-Sheikh dal 6 al 18 novembre, Bruxelles risponde presente e chiede ai vertici politici d’Europa di agire con determinazione. Zanna Vanrenterghem, vice-presidente di Coalition Climat, ha spiegato a Eunews che la mobilitazione è stata convocata con due obiettivi su tutti, “good food and warm house” (buon cibo e case calde): la politica internazionale è chiamata a rispondere alle crisi energetica e sociale innescate dal cambiamento climatico.

Ma è soprattutto al governo belga che sono indirizzate le critiche dei manifestanti: “Non c’è alcuna coerenza- spiega Vanrenterghem- nelle politiche ambientali del governo, perché si accavallano le competenze tra piano nazionale e regionale. In Belgio c’è ancora molto da fare”. Quest’estate il Paese è stato colpito da una siccità senza precedenti, che ha messo a dura prova il settore agricolo: per questo Coalition Climat ha deciso di lasciare la testa del corteo alle associazioni del mondo dell’agricoltura, seguite da gruppi ambientalisti, sindacati e movimenti cittadini.

Le associazioni belghe avevano nel mirino la tassazione nazionale sulle grandi aziende del settore energetico e le politiche agricole di sostenibilità, ma Bruxelles porta inevitabilmente con sé una dimensione europea. E la volontà di mettere pressione ai decision makers Ue non è mancata: “In Belgio siamo stati tra i primi a indire le marce per il clima- rivendica la vice presidente-, nel 2018 eravamo in 100 mila: senza queste grandi manifestazioni non avremmo alcun Green Deal europeo, o nessun piano per ridurre le emissioni”.

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Ph: Johanna de Tessiers

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