Bruxelles – Il governo Meloni ha dato il via libera all’aumento del tetto all’uso del contante per le operazioni commerciali a 5 mila euro (non più 10 mila come inizialmente annunciato). Nel Decreto Aiuti Quater varato ieri pomeriggio (giovedì 10 novembre) dal consiglio dei ministri per contrastare gli effetti dell’eccezionale incremento dei costi dell’energia è rientrato anche uno dei principali cavalli di battaglia della campagna elettorale della coalizione di destra: “Innalzamento del limite all’uso del denaro contante, allineandolo alla media dell’Unione Europea”.
Il richiamo all’Ue è stato ribadito anche nel corso della conferenza stampa di questa mattina (venerdì 11 novembre) da parte della prima ministra, Giorgia Meloni: “È una scelta che era nel programma e che si allinea alla media europea“. La stessa premier ha aggiunto anche che “a livello Ue c’è una discussione, perché nelle diverse nazioni ci sono misure molto diverse e questo crea disparità”, e per questo motivo a Bruxelles “ci si sta ponendo questo problema, ragionando su un tetto” al contante. La soglia, scesa a mille euro dal primo gennaio 2022, era stata ritoccata dal precedente governo Draghi a duemila euro fino alla fine dell’anno, per effetto di un emendamento al decreto Milleproroghe: il limite sarebbe dovuto tornare a mille euro dal primo gennaio 2023, prima che il governo Meloni sbobet adottasse il nuovo provvedimento nel Decreto Aiuti Quater.

Da un punto di vista strettamente teorico, la leader di Fratelli d’Italia e prima ministra italiana ha ragione nel sostenere che il Paese andrà ad allinearsi alla media europea, che si attesta sui 5.400 euro. Tuttavia, ci sono una serie di precisazioni da fare, quando si parla di tetto al contante nei Paesi membri Ue. In primis, il fatto che non è così semplice tracciare una media europea, dal momento in cui sono 16 (su 27) i governi dell’Unione che hanno deciso di imporre un tetto al contante, e tra gli 11 che non lo prevedono sono comunque possibili delle limitazioni a livello di singoli esercenti. L’Italia ricopriva un ruolo di capofila in Europa nella limitazione dell’uso del denaro contante per le transazioni tra privati e professionisti, ma da oggi sono sette i Paesi Ue che hanno una soglia inferiore di quella italiana.
Considerando gli Stati membri che presentano un limite all’uso del denaro contante – Belgio, Bulgaria, Croazia, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia – è la Grecia al primo posto (500 euro) per regime più restrittivo, seguita da Spagna e Francia (mille euro), Belgio, Lituania, Polonia e Portogallo (3 mila). Come l’Italia invece Bulgaria, Slovenia e Slovacchia, mentre i Paesi Ue meno restrittivi sono slot777 gacor Croazia e Slovacchia (15 mila euro), Malta, Romania e Repubblica Ceca (10 mila) e Lettonia (7 mila). Tra quelli che non prevedono limitazioni, in Germania chi paga oltre 10 mila euro in contanti deve esibire un documento d’identità, in Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro, nei Paesi Bassi esiste l’obbligo di segnalare le transazioni sospette di importo superiore ai 2 mila euro e in Svezia un commerciante può rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.
L’Ue e l’uso del contante
Più controversa la questione del tetto al contante a livello comunitario, come ha sottinteso la premier Meloni in conferenza stampa. A Bruxelles in realtà si sta andando nella direzione opposta, ovvero verso il tentativo di allineamento tra i Ventisette e l’incoraggiamento ad adottare regimi anche più restrittivi come forma di lotta al riciclaggio di denaro (i pagamenti in contanti non tracciabili sono largamente utilizzati per operazioni illecite).
Solo un anno fa la Commissione Ue ha presentato un pacchetto di proposte legislative per rafforzare le norme dell’Unione in materia di lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Oltre alla creazione di una nuova autorità comunitaria per combattere il riciclaggio e a regole uguali per tutti i Paesi membri, il regolamento prevede “l’adeguata verifica e titolarità effettiva del cliente”, incluso il limite non superiore ai 10 mila euro al contante. Si tratterebbe di un primo tentativo di allineare tutti i 27 gli Stati membri, ma non necessariamente di armonizzare gli importi, perché possono rimanere in vigore limiti nazionali inferiori a quelli Ue: “Vogliamo proteggere l’integrità del sistema finanziario e del Mercato unico”, aveva messo in chiaro la commissaria per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness.