Bruxelles – Non è solo un disastro ambientale, ma da oggi anche umano e umanitario. Nei vasti incendi in Grecia – che hanno già mandato in fumo oltre 8.500 ettari di terreno solo nella regione della Macedonia orientale – sono stati ritrovati 26 corpi carbonizzati nei boschi a ovest del fiume Evros. Sono presumibilmente quelli di persone migranti che avevano appena attraversato in modo irregolare la frontiera con la Turchia e si sono ritrovati intrappolati nella foresta di Dadia durante il rogo in corso da sabato scorso (19 agosto) nella regione di Alexandroupolis-Feres.
A darne notizia è stata la Protezione civile greca (in due comunicazioni distinte), che ha precisato il fatto che “ieri non c’è stata alcuna dichiarazione di persone scomparse” e per questo è altamente probabile che i 18 deceduti nel parco nazionale di Dadia e gli otto a Lefkimmi (vicino alla foresta) siano persone migranti senza documenti entrate in modo irregolare nel Paese. Con il dilagare degli incendi nell’area erano stati inviati numerosi messaggi di allerta “anche a telefoni cellulari di reti straniere presenti nella zona”, hanno sottolineato le autorità, annunciando che una squadra di identificazione delle vittime del disastro “è già stata attivata”. Questa mattina (22 agosto) la Protezione civile greca aveva già reso noto che nel corso della giornata di ieri erano morte due persone nei roghi, una di identità sconosciuta sempre nella foresta di Dadia e un pastore in Grecia centrale.
Nel Paese ci sono nove fronti di fuoco attivi e la situazione rimane critica, come dimostrano le mappature del programma satellitare Ue Copernicus. Nella regione di Alexandroupolis-Feres “è stata rilevata un’area bruciata di 8.529 ettari, +3.488 in un solo giorno“, mentre il satellite Sentinel2 ha catturato anche le immagini della distruzione in Grecia centrale e nell’isola di Eubea, dove tre paesi sono stati evacuati. Il satellite Sentinel3 mostra invece l’estensione di “un’imponente nube di fumo lunga circa 700 chilometri” generata dai roghi in corso nella penisola greca, “che ha invaso il bacino centrale del Mediterraneo”.
Il team di mappatura rapida del servizio di gestione delle emergenze (Ems) ha ricevuto oggi tre nuove attivazioni nel Paese, portando ora il numero a quattro che lavorano in parallelo: due nella regione della Macedonia orientale e della Tracia, una nella Grecia centrale e una nell’isola di Eubea. Perché la situazione non è destinata a migliorare, anzi: le previsioni di rischio per il periodo 22-28 agosto rimangono “molto alte” o “estreme” sulla quasi totalità del territorio nazionale, con rischio “molto estremo” anche nella regione di Alexandroupolis-Feres e nell’Attica. E i vigili del fuoco greci hanno ordinato l’evacuazione di un quartiere situato a nord di Atene proprio per il rischio che la zona venga coinvolta dall’espansione degli incendi.
Il sostegno Ue alla lotta contro gli incendi in Grecia
Il servizio di mappatura di Copernicus fa parte del sostegno fornito dall’Unione Europea per la lotta contro gli incendi in Grecia, dopo la seconda attivazione del Meccanismo di protezione civile Ue richiesta ieri (21 agosto) da Atene in un mese. Dopo il dispiegamento di due aerei della riserva rescEu da Cipro e 56 vigili del fuoco e 12 mezzi antincendio dalla Romania, “stiamo dispiegando ulteriore assistenza attraverso il Meccanismo di protezione civile Ue”, ha annunciato questa mattina il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič. A sostegno delle autorità greche si sono mobilitati anche Germania, Croazia, Svezia e Repubblica Ceca, con altri 5 aerei e un elicottero anti-incendio e team di soccorso con mezzi di terra. “Abbiamo mobilitato un terzo della flotta rescEu, rimaniamo a disposizione in caso in cui le autorità greche abbiano necessità di ulteriore supporto”, ha precisato il portavoce della Commissione Ue responsabile per la Gestione delle crisi, Balazs Ujvari.
Negli ultimi due giorni sono stati inviati in totale 114 vigili del fuoco e 19 veicoli, oltre a quasi un terzo della flotta della riserva rescEu (di 28 mezzi): 2 aerei Air Tractor da Cipro e 2 dalla Germania, 2 aerei Fire Boss dalla Svezia, 1 Canadair dalla Croazia, 1 elicottero Blackhawk dalla Repubblica Ceca. Sul campo è anche presente una squadra di vigili del fuoco dalla Francia pre-schierata in Grecia come parte del piano di preparazione Ue per la stagione estiva. A queste forze si aggiungono due funzionari di collegamento del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (Ercc) che “si stanno recando in Grecia”, ha annunciato l’esecutivo Ue in una nota.
Come ricordato ieri dal commissario Lenarčič, “la Grecia ha già vissuto il peggior luglio dal 2008 in termini di incendi boschivi”, con un’area bruciata “più ampia” e gli incendi “più intensi e violenti, distruggendo una superficie maggiore rispetto al passato”. Ma queste ultime settimane di agosto potrebbero aggravare il bilancio. Ecco perché “la risposta rapida dell’Ue è ancora una volta essenziale”. L’assistenza in arrivo dal Meccanismo di protezione civile Ue segue la risposta di Bruxelles alla precedente attivazione lo scorso 19 luglio, quando sono stati mobilitati 9 aerei, 510 vigili del fuoco e 117 veicoli. Nelle successive due settimane si era resa necessaria l’evacuazione di migliaia di persone dalle isole di Rodi, Corfù ed Eubea dopo la morte di sette persone e più di 70 feriti a causa dei roghi.