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Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti: chi sono i nuovi Brics e che rapporti hanno con l'Ue
A general view of flags of (From L to R) South Africa, Brazil, Russia, India and China during the 2023 BRICS Summit at the Sandton Convention Centre in Johannesburg on August 24, 2023. (Photo by Michele Spatari / AFP)

Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti: chi sono i nuovi Brics e che rapporti hanno con l'Ue

Al vertice di Johannesburg Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa inaugurano "una prima fase di allargamento" dell'organizzazione che riunisce le maggiori economie emergenti. Bruxelles "prende nota: intratteniamo relazioni bilaterali con tutti e sei i Paesi"

Bruxelles – Al prossimo vertice, che Putin ha intenzione di ospitare a Kazan nel 2024, i Brics saranno già undici Paesi. Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa aprono le porte del club delle economia emergenti a Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. La storica decisione presa al summit di Johannesburg porterà i Brics, dal primo gennaio del prossimo anno, a rappresentare il 36 per cento del Pil mondiale e il 47 per cento della popolazione dell’intero pianeta. E “a questa prima fase se ne aggiungerà un’altra di ulteriore ampliamento”, ha dichiarato il presidente del Brasile Luis Inacio Lula da Silva.

Vladimir Putin in videocollegamento al vertice Brics di Johannesburg (Photo by ALET PRETORIUS / POOL / AFP)

Un allargamento che si avvicina a ribaltare i rapporti di forza con il gruppo del G7, che in termini economici genera attualmente il 43 per cento del Pil globale. “Un nuovo capitolo nella collaborazione dei Paesi emergenti e in via di sviluppo”, ha dichiarato il più deciso promotore dell’iniziativa, il presidente cinese Xi Jinping. Ha espresso soddisfazione anche Vladimir Putin, in videocollegamento dal Cremlino, sottolineando che “i Brics non competono con nessuno, non si oppongono a nessuno”, ma che tuttavia “il processo di creazione di un nuovo ordine mondiale ha ancora oppositori inconciliabili che cercano di rallentarlo”. L’Occidente, che secondo Mosca cerca in tutti i modi di “preservare il mondo unipolare” macchiandosi di un “colonialismo in una nuova confezione”.

Da Bruxelles nessun commento: il portavoce del Servizio Europeo d’Azione Esterna, Peter Stano, ha precisato che non essendo parte dei Brics non sta all’Ue giudicare l’allargamento, e che in ogni caso il blocco dei 27 “intrattiene già relazioni bilaterali” con i sei Paesi che andranno ad aggiungersi all’organizzazione. Rapporti più tesi, come con Buenos Aires, o apertamente conflittuali, come con la Repubblica Islamica a Teheran.
 

Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti: il Medio Oriente entra nei Brics

 

La storia recente delle relazioni tra l’Ue e la repubblica dei mullah iraniani è un’escalation di dichiarazioni e azioni sempre più ostili. In seguito alla tremenda repressione del regime dei moti di protesta scoppiati nell’ottobre 2022 e al supporto tecnologico prestato alla Russia nella sua guerra d’invasione in Ucraina, Bruxelles ha emanato negli ultimi dieci mesi ben nove pacchetti di sanzioni contro individui e entità che fanno parte dell’apparato governativo iraniano. Con l’ultimo, che risale al 26 giugno, nella lista delle misure restrittive figurano 223 individui e 37 entità. Dal canto suo, anche l’Iran ha promulgato misure restrittive nei confronti di diversi eurodeputati e politici dei Paesi membri. E, nonostante alcune recenti liberazioni, nelle carceri iraniane sono ancora detenuti cittadini europei, “in condizioni degradanti e senza alcuna possibilità di un giusto processo.
 
Alle due monarchie del Golfo, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – e agli altri Paesi che fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc) l’Ue ha proposto nel maggio del 2022 un partenariato strategico globale, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione sulla “stabilità nel Medio Oriente, sulle minacce alla sicurezza globale, su sicurezza energetica, cambiamento climatico e transizione verde, digitalizzazione, commercio e investimenti”.  Per i Paesi del Golfo l’Ue è un fondamentale partner commerciale, secondo solo alla Cina, e per il blocco dei 27 le ricche monarchie del Gcc sono un imprescindibile fornitore di energia, soprattutto in seguito all’emancipazione dal gas russo.
 

Etiopia ed Egitto: la cooperazione con l’Ue passa dalla gestione dei flussi migratori

 

Ursula von der Leyen Egitto
Ursula von der Leyen e Abdel Fattah al-Sisi in Egitto, 15 giugno 2022

Le relazioni tra l’Ue e il Cairo sono disciplinate da un accordo di associazione in vigore dal 2004. A giugno 2022, in occasione del nono consiglio di associazione Ue-Egitto, le due parti hanno adottato le nuove priorità del partenariato, scegliendo di concentrarsi su economia moderna e sviluppo sociale sostenibili, partenariato in politica estera e rafforzamento della stabilità del Paese nord africano. Quando si tratta del vicinato meridionale, una dimensione importante è la gestione dei flussi migratori verso il vecchio continente: a fine ottobre la Commissione europea ha firmato con il presidente Abdel Fattah al-Sisi un accordo che prevede lo stanziamento di 80 milioni di euro da parte di Bruxelles per bloccare le partenze dei migranti dalle coste egiziane e libiche.

Con l’Etiopia, “uno dei partner più importanti dell’Ue nel continente africano”, Bruxelles ha intessuto 44 anni di relazioni bilaterali in settori come la cooperazione allo sviluppo, il commercio e lo sviluppo economico, il consolidamento delle istituzioni democratiche, la sicurezza regionale e la migrazione. Nel 2016, ai tempi della presidenza di Jean-Claude Junker alla Commissione europea, le due parti si sono impegnate a rafforzare la propria partnership. Messi parzialmente in stand by durante il conflitto tra Addis Abeba e la regione del Tigray, l’Ue ha di recente ripreso l’erogazione di finanziamenti da milioni di dollari all’Etiopia. Ad oggi, gli aiuti umanitari complessivi dell’Ue  per il 2023 raggiungono gli 82,5 milioni di euro. 
 

Il nuovo impulso alle relazioni Ue-Argentina con il Memorandum d’intesa sulla cooperazione energetica

 

Il presidente argentino Alberto Ángel Fernández, a destra, e Ursula von der Leyen
Il presidente argentino Alberto Ángel Fernández, a destra, e Ursula von der Leyen

Durante il vertice tra l’Unione europea e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tenutosi a Bruxelles a metà luglio, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il presidente argentino, Alberto Ángel Fernandez, hanno raggiunto un importante accordo su energia verde, idrogeno pulito e abbattimento di emissioni di metano. Un protocollo salutato come un punto di svolta nelle relazioni tra i due partner, che prevede di rafforzare la collaborazione per sviluppare e promuovere l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica, oltre che sviluppare l’uso dell’idrogeno ai processi industriali, i trasporti e lo stoccaggio dell’energia. “Europa e Argentina stanno collaborando per un mondo più sicuro, sostenibile e prospero. La nostra cooperazione energetica è un campo particolarmente promettente per garantire una transizione giusta e pulita in entrambi i nostri continenti”, erano state le parole di von der Leyen a margine della firma.

 

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