Bruxelles – La necessità di accelerare, a livello europeo come a livello nazionale, per trarsi fuori da eventuali scenari negativi. La politica ha molto da fare, e molto in fretta, perché le sfide non sono poche e di non poca entità. Nell’intervista concessa a Eunews, la commissaria per la Coesione, Elisa Ferreira, fa il punto della situazione. Risorse proprie, transizione, capacità di spesa dei fondi. E qui vuole essere chiara: l’Italia ce la farà, “nessuna risorsa andrà sprecata”. Ma sulla questione del Mezzogiorno, su cui la coesione Ue investe da sempre, invita invece a non avere fretta eccessiva, perché servirà “il tempo che che ci vuole”.
Eunews: Il meccanismo di aggiustamento alla frontiere (CBAM) può essere la risposta al problema? E in che misura? O, invece, potrebbe non bastare?
Elisa Ferreira: “Quando parliamo di meccanismo per le risorse proprie non esiste un modo per avere un’unica fonte di risorse che risolva tutti i problemi. Stiamo lavorando a più dossier, uno di questi è chiaramente il CBAM. Ma non può essere il solo strumento. Ne serviranno altri. Un altro, il cui processo è in corso, è la tassazione minima per le grandi imprese sulla scia dell’accordo globale raggiunto in sede OCSE. Questo può contribuire, ma vediamo dove possiamo spingerci con questo strumento. ma possono esserci anche altre opzioni, come visto in passato con il progetto di tassa sulle transazioni finanziarie. Perché il bilancio Ue sia solido, non deve dipendere da una sola fonte. Dobbiamo riuscirci, e in fretta. Auspico che gli Stati membri trovino una convergenza su questo”.
E: Realistico immaginare che questa convergenza si possa trovare entro la fine della legislatura? O è qualcosa che bisognerà cercare nella prossima?
E.F: “In questa legislatura si è iniziato a lavorare molto su questa. Il CBAM è partito, e altre iniziative dovrebbero partire. Ma occorrerà lavorare su tutti gli aspetti e tutti e i dettagli, e spesso le condizioni politiche per gli Stati membri sono difficili perché si possano registrare progressi e raggiungere un accordo. Ma non c’è dubbio che dobbiamo procedere e avere risorse proprie che siano di più e più forti”.
E: Un giudizio sull’Italia e i progressi raggiunti con e nell’uso delle risorse della coesione? Anche considerando la questione del Mezzogiorno…
E.F: “Sono convinta che la questione sarò risolta nel tempo dovuto. L’Italia ha ricevuto e sta ricevendo un impressionante ammontare di risorse, e capisco che da un punto di vista gestionale a volte questo possa essere difficile. Ma ho piena fiducia nel fatto che nessun soldo andrà perduto”.
E: C’è una quota parte di fondi Ue che andrà spesa entro il 2026. L’Italia ce la farà?
E.F: “La parte dei soldi che spetta all’Italia, e parliamo delle risorse che arrivano dal meccanismo per la ripresa NextGeneration Ue, vanno effettivamente usate entro il 2026. Il ministro Fitto (Raffaele, ndr) è un uomo di esperienza, così come ritengo che lo siano le municipalità e le Regioni e mi aspetto che il risultato finale sia soddisfacente, con nessuno spreco. Ci attendiamo comunque progressi per quanto riguarda il programma Capacità per la coesione, che è incentrato sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione, soprattutto al Sud, cosicché la pubblica amministrazione sappia rispondere alle sfide, che oggi riguardano il clima, la green-economy, la digitalizzazione. E a volte non si hanno le capacità che servono”.
E: Quindi ha fiducia nella capacità amministrativa dell’Italia?
E.F: “Ho avuto modo di parlare con i ministri del precedente governo, e con quelli dell’attuale. Ho visto che c’è un consenso per cui l’amministrazione pubblica ha bisogno di sostegno per poter rispondere a queste sfide”.
E: Sulla scia di quanto avviene in Medio Oriente abbiamo assistito a turbolenze sui mercati energetici, con rialzi dei prezzi. Temete una nuova crisi energetica? E teme che i fondi di coesione possano essere usati ancora in questo ambito invece che per altri?
E.F: “Credo che l’uso più intelligente dei fondi di coesione sia quello per il risparmio energetico, e in questo senso è stato fatto molto, abbiamo registrato molti progressi. Un secondo uso intelligente dei fondi di coesione, e qui abbiamo iniziato finanziare molti progetti, è l’aumento delle rinnovabili. Qui l’Italia, tutto il Paese ma in particolare il Sud, ha le condizioni per aumentare ulteriormente l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, che sia idro-elettrica, eolica, da pannelli solari. Ecco, è qui che si sta concentrando la politica di coesione: rinnovabili e risparmio energetico. Su questo secondo aspetto l’Italia ha utilizzato la forma del sostegno (il Superbonus, ndr) che in prospettiva consente massicci risparmi in bolletta, che è una situazione conveniente per tutti”.