Bruxelles – Sei febbraio. La proposta della Commissione europea sul nuovo obiettivo climatico intermedio al 2040 ha una data e sarà discussa (e probabilmente adottata) dal collegio a guida Ursula von der Leyen il 6 febbraio a Strasburgo, secondo l’ultimo ordine del giorno della riunione del collegio dei commissari (sempre suscettibile a cambiamenti dell’ultima ora). L’ultimo, ma imponente, dossier climatico che la Commissione attuale sarà chiamata a proporre e che spetterà alla prossima attuare.
La Legge Ue per il clima (adottata a Bruxelles nel 2021) impegna tra le altre cose l’Unione europea a stabilire un nuovo obiettivo intermedio per il 2040 e un bilancio indicativo previsto per i gas a effetto serra dell’Unione per il periodo 2030-2050, ovvero quante emissioni nette di gas serra possono essere emesse in quell’arco temporale senza mettere a rischio gli impegni dell’Unione. La legge sul clima ha fissato il target di ridurre le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il 2040 è il secondo target intermedio prima di arrivare alla neutralità carbonica nel 2050.
Dopo il 2050 si considerano emissioni negative: cioè non potranno più essercene di nuove, ma rimarranno quelle esistenti. La tempistica delle discussioni per il 2040 è strettamente legata al ciclo di ambizione quinquennale dell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, che fissa l’impegno a limitare l’aumento della temperatura entro 1,5°C.
Si prevede che tutte le parti dell’accordo inizieranno a pensare al prossimo obiettivo quest’anno per poi comunicarlo prima della Cop29 (29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che si terrà il prossimo anno a Baku, in Azerbaijan. I consulenti scientifici dell’Ue hanno suggerito una riduzione delle emissioni del 90 per cento (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2040, pubblicando uno studio con raccomandazioni sulla fattibilità tecnologica, limiti e rischi ambientali, cooperazione internazionale.
Il commissario Ue per azione per il clima, Wopke Hoekstra, ha promesso che la Commissione preparerà una valutazione d’impatto approfondita e analizzerà diversi scenari, costi e benefici, impegnandosi a lavorare in linea con i suggerimenti del comitato consultivo e dunque ha sostenuto personalmente l’obiettivo del 90 per cento entro il 2040, anche se la decisione dovrà essere collegiale (di tutta la Commissione europea).
In attesa della proposta da parte della Commissione europea, i ministri Ue dell’Ambiente hanno avuto questa settimana a Bruxelles un primo confronto sull’argomento pranzo informale sul tema con Ottmar Edenhofer, presidente della Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici.
E anche l’Italia sembra possibilista sul target. Per l’Italia si tratta di “un obiettivo ambizioso, ma che dobbiamo perseguire. E’ legato allo sviluppo delle tecnologie e in linea con la riduzione del 55 per cento al 2030, pertanto l’Italia deve fare di tutto per riuscirci e può riuscirci”, ha dichiarato il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un punto a Bruxelles a margine del Consiglio Ambiente lo scorso lunedì. Il target climatico è tra le ultime grandi proposte che la Commissione europea ormai alla fine della legislatura si troverà ad avanzare. Anche dopo la comunicazione di febbraio, l’iter sarà appena avviato e spetterà alla prossima Commissione europea raggiungere un accordo politico con Parlamento e Consiglio Ue.