Bruxelles – Il caso Ilaria Salis approva in Parlamento europeo. L’Aula discuterà la situazione dei detenuti in Ungheria, sulla scia delle immagini della maestra italiana apparsa in Tribunale in catene. E’ il primo punto all’ordine del giorno per la sessione plenaria della prossima settimana (5-8 febbraio). Lunedì (5 febbraio) i lavori inizieranno proprio con la discussione di quanto accaduto negli ultimi giorni nello Stato membro dell’est. Prevista la dichiarazione della Commissione europea, con il giro di risposte dei rappresentanti dei diversi gruppi.
Non sono previste risoluzioni, e quindi nessun voto. Ma il messaggio politico riguarderà l’Ungheria di Viktor Orban. Il caso della detenuta in catene è l’ultimo capitolo di un Paese a più riprese criticato per il mancato rispetto dello Stato di diritto, e per cui nel 2018 il Parlamento europeo ha aperto il processo che potrebbe portare anche la sospensione del diritto di voto dell’Ungheria in seno al Consiglio. Una procedura mai chiusa in tutti questi anni, e i due dossier – Ilaria Salis e Stato di diritto – finiscono inevitabilmente per legarsi assieme.
L’ordine dei lavori prevede un solo giro di interventi dopo le dichiarazioni della Commissione europea. Si annuncia un dibattito breve, ma intenso. Socialisti (S&D) e sinistra radicale (la Sinistra) sono pronti a condannare quanto accaduto. E’ stata la delegazione del PD a promuovere il dibattito e ottenere il cambio di agenda.
Linea dura anche della sinistra radicale che, attraverso il portavoce David Lundy, bolla le immagini di Ilaria Salis in catene come “estremamente disturbanti”. Quello a cui si è assistito, continua, è “in violazione della convenzione europea dei diritti umani“. Quindi un messaggio per i partiti della destra italiana: “In quanto anti-fascista la consideriamo un difensore della democrazia“.
Il dibattito rischia di spostarsi in Italia e riflettersi in ambito elettorale. Fidesz, il partito di Orban, sta negoziando un probabile ingresso nel gruppo dei Conservatori europei (ECR) per la prossima legislatura, dopo le elezioni europee di inizio giugno. Nell’ECR siede Fratelli d’Italia, il partito del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. I patrioti che si alleano con chi mette in catene una patriota: gli italiani dei gruppi sono pronti a farlo notare.
Ci si attende una condanna anche dal gruppo dei Verdi, tradizionalmente attenti a tutto ciò che attiene al rispetto dello Stato di diritto. Oltretutto fu propria una verde la responsabile del file con cui l’Aula di Strasburgo mise sotto accusa Orban quando venne avviata la procedura per mancato rispetto dello Stato di diritto.