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    Home » Economia » Oltre 2 milioni di proiettili nel 2026, l’Ue eroga 500 milioni per il rilancio dell’industria della difesa

    Oltre 2 milioni di proiettili nel 2026, l’Ue eroga 500 milioni per il rilancio dell’industria della difesa

    Esplosivi, polvere da sparo, bossoli, razzi e certificazione di collaudo: finanziati 31 progetti, 2 gestiti in Italia. Funzionari: "Passeremo dalla modalità di pace alla modalità di guerra"

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    15 Marzo 2024
    in Economia
    Munizioni

    Foto: Imagoeconomica

    Bruxelles – Obiettivo: più proiettili e munizioni. Ma non solo. La Commissione europea rende disponibili 500 milioni di euro per accrescere la produzione industriale dell’Ue nel settore della difesa. Un totale di 31 progetti per rilanciare la produzione di esplosivi, polvere da sparo, bossoli, razzi e certificazione di collaudo. Ogni area di sostegno finanziario ha obiettivi ben precisi: in materia di esplosivi si vuole accrescere la capacità produttiva di 4.300 tonnellate l’anno, per riempire almeno 800mila pezzi di munizione. Per la polvere, l’obiettivo contenuto nella strategia dell’esecutivo comunitario intende aumentare di 10mila tonnellate l’anno così da alimentare 1,3 milioni di proiettili. Quanto agli involucri, si vuole crearne 600mila in più così da avere tra gli 1,4 milioni e gli 1,7 milioni di bossoli in più entro la fine dell’anno e superare i 2 milioni di pezzi nel 2026.

    E’ questo il passo operativo per dare seguito all’iniziativa lanciata a maggio dell’anno scorso per incrementare la produzione di munizioni. Una priorità tutta nuova dettata dalla necessità di sostenere militarmente l’Ucraina nella sua risposta all’aggressione russa. ‘Asap’, come si chiama il programma per il rilancio di produzione industriale nel settore della difesa, adesso entra nel vivo.

    Un momento storico, “senza precedenti”, sottolinea Thierry Breton, commissario per l’Industria. “Questa è la prima volta che utilizziamo il bilancio dell’UE per sostenere le capacità produttive dell’industria della difesa“. Con l’erogazione dei 500 milioni di euro la legge a sostegno della produzione di munizioni (Asap, per l’appunto) “è in vigore”.

    Nei corridoi del palazzo Berlaymont si usa però un’altra narrativa, più diretta e senza fronzoli. “Passeremo dalla modalità di pace alla modalità di guerra“, ammette un funzionario. “Non stiamo prescrivendo niente, ma incoraggiamo la cooperazione tra Stati”, visto che, spiega, “la Commissione non può acquistare munizioni”. L’Europa dunque punta al riarmo. E’ la corsa agli armamenti, iniziata in tempi non sospetti, ma mai riconosciuto così esplicitamente come oggi.

    Delle 31 progetti industriale per la difesa sostenuti dall’Ue, due hanno sede in Italia. Simmed Difesa spa dovrà coordinare un progetto relativo alla produzione di polveri (41,3 milioni il budget messo a disposizione), mentre Baschieri e Pellagri spa dovrà coordinarne e svilupparne un altro, sempre per le polveri da mettere nei proiettili (3,7 milioni di euro).

    Con lo stanziamento di questi 500 milioni, sale a due miliardi di euro il contributo Ue per la difesa considerando i contributi di Fondo europeo per la difesa (1,2 miliardi) e programma Edirpa per gli appalti congiunti (300 milioni). Si tratta solo di fondi Ue, con cui la Commissione intende, con l’effetto leva, intercettarne altri sul mercato. Solo nel caso del programma Asap per le munizioni, dai 500 milioni liberati si conta di arrivare ad un investimento totale di circa 1,4 miliardi di euro nella catena di approvvigionamento.

    “Sono passi importanti per investire di più, meglio, insieme, in Europa”, sottolinea Margrethe Vestager, responsabile per Concorrenza e digitale. Questi finanziamenti “mostrano il potenziale del programma europeo per l’industria della difesa recentemente proposto e contribuiscono ai nostri sforzi a sostegno dell’Ucraina”.

    Tags: asapdifesaedirpaguerra russia in ucrainaindustriaMargrethe Vestagermunizionirussiathierry bretonue

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