Bruxelles – Può sembrare che la storia comune possa essere rimessa in discussione, ma così non è. Tra Stati Uniti e Unione europea “ci sono tensioni”, è vero, ma “sono tensioni che sono naturali per il fatto di non essere uguali“. La rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai, vuole innanzitutto rassicurare quelli che considera partner: non c’è un cambio di rotta nella relazioni trans-atlantiche, al contrario oggi più importanti che mai. La guerra in Ucraina, una Cina con cui è complicato rapportarsi: sono due esempi che Tai offre per ricordare quanto sia salda, dopo tutto, l’alleanza trans-atlantica.
“Abbiamo risposto rapidamente all’aggressione russa dell’ucraina, con le sanzioni che servivano”, scandisce. Relazioni che hanno mostrato “un’azione forte e veloce”, a riprova della capacità di lavorare insieme. Ma, sottolinea nel dibattito con la direttrice di Carnegie Europe, Rosa Balfour, bisogna fare di più e non per questo drammatizzare. “Bisogna pensare meno a risultati per l’immediato e avere una visione di più ampio respiro“. Tradotto: serve pazienza. “La democrazia è difficile, e risolvere problemi anche”. Ma “il modo in cui stiamo cercando di capirci è la dimostrazione di grande maturità”.
Un concetto su cui Tai insiste anche quando viene affrontato il tema delle elezioni presidenziali di novembre, e un eventuale ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che preoccupa, e non poco, gli europei. “La democrazia è difficile, e le elezioni hanno conseguenze. Ecco perché le democrazie devono lavorare per aiutarsi a vicenda“.
Un messaggio utile in ottica commerciale, dove la Cina è considerata la sfida che può e deve unire Stati Uniti e Unione europea. “Usa, Ee e Cina sono i tre mercati più grandi e significati nell’economia mondiale”, ma con la Repubblica popolare si pongono questioni non marginali. Innanzitutto economico. “In termini di domanda, consumi, flussi – sottolinea la rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti – , la crescita cinese crea pressioni sulle economie di Stati Uniti e Unione europea, e questo è un qualcosa che richiede interventi“. Un invito a circoscrivere l’avanzata del Dragone, lavorando per “trovare un modo per coesistere, rimanendo aperti e democratici” e imporre quella visione del mondo sconosciuta al concorrente asiatico. “La Cina ha un sistema politico molto diverso e un altro approccio. Questa per Stati Uniti e Unione europea è una priorità su cui ragionare”.
Un ragionamento che non può evitare la riforma dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto), che l’amministrazione Trump ha rimesso in discussione e che l’amministrazione Biden considera obsoleta. “E’ un’istituzione di Bretton-Woods e mostra i suoi anni, in un mondo che è cambiato, con i Paesi che sono cambiati”, riconosce Tai. Gli accordi di Bretton-Woods risalgono al 1944, vennero stipulate dai Paesi allora più industrializzati a guerra mondiale ancora in corso in ottica di ricostruzione. Il sistema economico internazionale di oggi deriva da lì, ma è lì che è fermo. “Riforme sono necessarie, e ne siamo tutti consapevoli. La questione è a cosa farle somigliare“. E’ qui che occorre lavorare, ed è qui che gli Stati Uniti di mostrano disposti a lavorare insieme.
Il Consiglio per il commercio e la tecnologia rappresenta un ottimo ambiente di lavoro, “è un importante dimostrazione di impegno”, riconosce Tai. “Se guardiamo dove eravamo quattro anni fa, nel 2020, Il Consiglio ha contribuito tanto” a rinsaldare i legami. Ma non conta tanto questo, quanto la fiducia. “Non credo che il formato del tavolo sia la vera questione: contano le relazioni tra team tecnici, l’attitudine“. Un messaggio valido in caso di riconferma dei democratici alle presidenziali di novembre. Gli Stati Uniti non intendono rimettere in discussione le relazioni con l’Europa, questa la promessa di Tai.