Bruxelles – La Commissione europea ha avviato oggi (30 aprile) la prima fase di consultazioni tra le parti sociali per favorire il telelavoro equo e il diritto alla disconnessione. Il lavoro a distanza è una pratica che riguarda molti europei, nel 2022 erano il 20 per cento, percentuale cresciuta in maniera robusta a seguito della pandemia: nel 2019 erano solo 11,1 per cento. La disconnessione però è un campo non ancora normato con regolamenti ad hoc dall’Ue.
“Una sana politica per il telelavoro e il diritto alla disconnessione sono fondamentali per mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata e per proteggere il benessere mentale e fisico dei lavoratori”, ha dichiarato Nicolas Schmit, Commissario europeo per l’occupazione gli affari sociali e l’integrazione. Il telelavoro durante la pandemia è stata una necessità ma ora è diventata un’opportunità per lavoratori e le aziende. Valdis Dombrovskis, Commissario europeo per il commercio, ha spiegato meglio quali sono i fini della Commissione: “Vogliamo garantire che le norme dell’Ue promuovano l’autonomia e non ostacolino le aziende e i lavoratori che accettano il telelavoro”, aggiungendo anche di essere molto attento al rischio dei lavoratori di essere sempre connessi. Per Dombrovskis bisogna segnare una chiara linea di separazione tra lavoro e riposo.
La tematica della tutela del telelavoro e della disconnessione era stata sollevata già nel 2021 dal Parlamento europeo. Le parti sociali poi, avevano provato a trovare un accordo per aggiornare l’accordo del 2002 in materia di telelavoro. I risultati inconcludenti hanno fatto sì che le parti coinvolte chiedessero l’intervento della Commissione come mediatore. La consultazione formale avverrà l’11 giugno.