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Friday, 6 December 2024

Ambiente, un grande tema per cui l’Italia ha avuto a disposizione 14,2 miliardi di euro attraverso i fondi di coesione

Bruxelles – Tante azioni, tutte diverse per tipologia e natura, per un’agenda politica e di interventi di ampio respiro. In una parola: ambiente. Un grande tema, cresciuto di importanza anche del Green Deal promosso dalla Commissione europea a fine 2019 e approvato dai suoi Stati membri, Italia compresa. Che in questi anni non sono stati a guardare e hanno comunque lavorato, insieme, per una maggiore sostenibilità a livello locale. Lo dimostrano i numeri dei fondi di coesione dedicati all’argomento. Nell’ambito del Ciclo di programmazione 2014-2020 sono stati stanziati complessivamente 14,2 miliardi di euro (costo pubblico monitorato), di cui 13,3 miliardi (94% del totale) direttamente provenienti da fondi di coesione nazionali o comunitari a sostegno di 8.007 progetti diversi.

Una porzione consistente dei finanziamenti proviene direttamente dall’Unione europea, che per la programmazione 2014-2020 ha destinato agli interventi in esame 3,3 miliardi di euro (23,4% del totale complessivo), provenienti quasi esclusivamente dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), che incide per il 99,4%. Il maggior contributo deriva però dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) con circa 8,2 miliardi di euro. Tra le altre fonti di finanziamento, spiccano il Fondo di Rotazione con 1,2 miliardi di euro e le stesse Regioni,che hanno stanziato 517 milioni di euro. Il resto dei contributi deriva da altri fondi comunitari e nazionali, dai Comuni e dalle Province.

Gli interventi di maggior rilievo, con riguardo alle risorse finanziare utilizzate e alla loro incidenza sul totale complessivo, sono collegati ad opere contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche (gestione delle risorse e delle acque reflue). Questi due ambiti di intervento coprono il 67,4% dei finanziamenti, con un importo pari a 9,6 miliardi di euro totali e con 4.707 interventi. Tra questi, il progetto per lo scolmatore del torrente Bisagno a Genova o per le opere di collettamento, fognatura e depurazione delle acque urbane per gli impianti di Napoli nord, Acerra, Cuma, e Marcianise, o ancora per il grande impianto per l’agglomerato di Catania. Da segnalare anche l’ampio intervento per il cosiddetto “soil washing”, ovvero di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana, dell’area ex industriale di Bagnoli (Napoli).

Tutti esempi concreti e messi in cantiere che aiutano a capire come interviene la politica di coesione nei territori e cosa fa per il loro sviluppo e il loro miglioramento. Di più: questo tipo di interventi, finanziati sia dai fondi di coesione nazionali che direttamente dall’Unione europea, hanno soprattutto le caratteristiche di grandi interventi di tipo infrastrutturale.

La Campania con il 24,1% dei finanziamenti, seguita dalla Sicilia con il 16,3%,quindi dalla Puglia con il 13,2% e infine dalla Calabria (9,5%), rappresentano le quattro Regioni dove si concentrano maggiormente questo tipo di investimenti, con una quota complessiva sul totale nazionale pari al 63,1%. Una dimostrazione di come, grazie al sostegno dell’Europa, si contribuisce ad affrontare la questione del Mezzogiorno d’Italia sostenendo le regioni.

(Emanuele Bonini)
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