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    Home » Politica » Pd, intervista doppia ai candidati segretari di Bruxelles

    Pd, intervista doppia ai candidati segretari di Bruxelles

    Paola Panzeri e Francesco Cerasani, sfidante e segretario in carica. Per il momento sono loro i due candidati alla carica di segretario del Partito democratico di Bruxelles.

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    4 Novembre 2013
    in Politica

    Paola Panzeri e Francesco Cerasani, sfidante e segretario in carica. Per il momento sono loro i due candidati alla guida del Partito Democratico di Bruxelles. Anche nella capitale d’Europa, per il Pd è arrivato il momento del Congresso che, domani sera, deciderà se riconfermare il segretario attuale o puntare sulla novità. Abbiamo fatto a entrambi qualche domanda per conoscerli meglio.

    Pd BruxellesCominciamo da una breve presentazione. Quanti anni hai? Da dove vieni? Da quanto e perché sei a Bruxelles?

    Cerasani. Sono romano, ho 32 anni, sono a Bruxelles dal 2004. Sono arrivato a Bruxelles per lavoro, avevo fatto campagna da militante per una deputata europea dei Ds che fu eletta e mi chiamò a lavorare per lei. Attualmente lavoro per il gruppo del Partito democratico al Parlamento europeo.

    Panzeri. Ho 31 anni, vengo da un piccolo Paese vicino a Milano, sono a Bruxelles da quasi 4 anni, lavoro per una Ong e mi occupo di politiche sociali.

    Perché vuoi diventare/rimanere segretario del Pd di Bruxelles?

    Panzeri. La politica mi ha sempre interessato e affascinato, ho sempre seguito la vita politica italiana ed europea. Però non mi ero mai avvicinata ad un circolo prima anche perché ho vissuto un po’ in Francia, un po’ in Bosnia, un po’ in Kenia. Quando sono arrivata a Bruxelles, ho cominciato a frequentare il circolo e sono rimasta anche perché avevo alcuni amici che frequentavano e frequentano tutt’ora. Credo però ci sia bisogno di fare cambiamenti in questo circolo e mi sono detta che volere il cambiamento senza mai dire “ci provo” non mi bastava più e quindi ho deciso di provare a portare i cambiamenti che vorrei vedere.

    Francesco Cerasani
    Francesco Cerasani

    Cerasani. In questi anni abbiamo lavorato tanto e sono cambiate tante cose: il circolo ore è pieno di gente, è oggettivo. E ci sono molte cose che sono state fatte. Posso dire a testa alta che abbiamo fatto collettivamente un buon servizio al Pd e sulla base di questo vorrei poter continuare. È come un’onda che si allarga, non si può fare tutto. Ora quest’onda sta cominciando ad allargarsi e credo debba essere completata su alcuni versanti. Anche per questo ci tengo a ricandidarmi.

    Cosa pensi del circolo come è oggi?

    Cerasani. Quello di Bruxelles è un circolo molto attivo. Riconosciuto sia per quantità delle persone che vengono che per quantità e qualità delle cose. Alle primarie hanno votato in 1300. In assoluto nel mondo fuori dall’Italia il posto in cui hanno votato più italiani. L’interesse naturalmente è per il Pd nazionale ma c’è pure da curarlo. Noi cerchiamo di prendere il meglio del potenziale che Bruxelles rappresenta. Non ci rivolgiamo solo a una nicchia che può essere quella dell’emigrazione giovanile, ma anche i funzionari, i professionisti che stanno qua. E poi c’è l’emigrazione storica: le persone che sono arrivate qui lavorando in miniera o nelle fabbriche, ma anche i loro figli, i loro nipoti, siamo arrivati anche a Bruxelles alla quarta generazione. La missione nostra è di essere un partito sul territorio, che può sembrare paradossale perché siamo in extraterritorialità ma anche qui facciamo territorio. Lavoriamo molto sui temi europei, dall’anno scorso abbiamo deciso con sacrificio di pagarci l’affitto per una sede (ognuno ci mette quello che può) che è diventata un punto di aggregazione. L’abbiamo riempita di contenuti, abbiamo creato un’associazione culturale… Siamo un circolo molto attivo.

    Panzeri. Una delle difficoltà che io ho avuto e che in questi giorni mi è stata fatta presente anche da molte persone che non conoscevo e che mi hanno scritto, è la difficoltà di comprendere i meccanismi del circolo ed entrare a fare parte di questo sistema che è un sistema chiuso. Chi ci è cresciuto ne capisce le logiche e i linguaggi ma chi invece non ci è cresciuto ma è solo un simpatizzante fa molta fatica, non solo a restare ma anche ad avvicinarcisi. C’è un linguaggio, una modalità e una gestione che secondo me rimane un po’ sempre per addetti ai lavori. Il Pd di Bruxelles finora ha fatto moltissime attività. Secondo me però non ha fatto abbastanza per andare a cercare quegli italiani che sono sul territorio e che per loro spontanea volontà magari non vengono a sfondare la porta del partito.

    Cosa miglioreresti da segretario?

    Panzeri. Mi piacerebbe ascoltare un po’ tutti, fare in modo che ci sia un dialogo un po’ più aperto, fare in modo che siano davvero gli italiani presenti a dettare l’agenda del circolo. Quello che vorrei veramente è che non sia il big di passaggio che determina l’attività del circolo ma i bisogni del territorio. Mi piacerebbe parlare con i rappresentanti delle associazioni già strutturate o anche meno strutturate che rappresentano l’immigrazione più radicata, i giovani a Bruxelles, chi è qui per un erasmus. Mi piacerebbe parlare con le persone fuori e dentro le istituzioni per capire cosa offrire realmente in modo che sia qualcosa che risponda veramente a un bisogno, che consenta alle persone di avvicinarsi a questo circolo e farlo diventare il loro circolo. Mi piacerebbe costituire una banca dei saperi, in modo che tutti possano dire quello che sono disposti a dare e a fare e mi piacerebbe ripartire non solo dai circoli ma anche coinvolgere le consulte e le associazioni studentesche universitarie.

    Cerasani. Vorrei migliorare con forza l’attività dell’associazione culturale “Punto democratico” perché presi dalla politica abbiamo trascurato un po’ le attività culturali, ludiche, associative. Parallelamente vorrei lavorare sul tema della nuova rappresentanza giovanile. Quando sono stato eletto, questa ondata migratoria giovanile non c’era. Negli ultimi due anni siamo tornati come curva demografica quasi agli anni 60. Un partito che vuole occuparsi dei diritti sociali delle persone come deve essere il Pd dovrebbe occuparsene. E poi bisogna lavorare sulla comunicazione: non bisogna mettere paura alla gente nel parlare di politica: possiamo mediare il messaggio in modo più diretto, comunicare meglio per invogliare di più quelli che guardano con interesse il Pd.

    Cosa non ti piace del Pd in Italia?

    Cerasani. È un partito che non coinvolge e non consulta nelle decisioni cruciali i circoli. Il nostro, come tantissimi circoli attivi, pieni di gente non vengono mai consultati nelle decisioni fondamentali. C’è un organo pletorico eletto tre anni e mezzo fa che è l’assemblea nazionale, mille persone convocate una volta ogni anno per decisioni fatte nel retrobottega dai capi corrente. Una direzione fatta di duecento persone che decide sulla base di un caminetto di capi bastone nazionali e i militanti sul terreno non vengono mai chiamati. È un partito che è sempre rimasto correntizio ed è più facile un accordo tra le correnti piuttosto che andare a parlare davvero con i militanti appassionati che vanno ogni giorno ad aprire le sezioni.

    Panzeri. Io mi sono candidata per il circolo di Bruxelles, i miei giudizi sulla politica nazionale sono più idee personali. Credo ci sia bisogno di un allargamento, di recuperare tutta quella fiducia che in questi anni si è persa però diciamo che il mio contributo è veramente legato al circolo di Bruxelles.

    Chi voterai alle primarie?

    Paola Panzeri
    Paola Panzeri

    Panzeri. Voterò Matteo Renzi ma per Bruxelles io non sarò la rappresentante di nessun candidato. Sarò semplicemente un’italiana a Bruxelles, che si candida per il circolo di Bruxelles e per tutti gli italiani di Bruxelles.

    Cerasani. Voto Gianni Cuperlo perché è da anni che seguo le sue riflessioni. Ammiro moltissimo il suo sforzo di lavorare sul piano della cultura politica, aspetto che in Italia è molto trascurato. Anche vincere però è fondamentale, dobbiamo nominare una persona come candidato premier capace di vincere e io non ho dubbi che il candidato premier capace di vincere sarà Matteo Renzi. Ma credo che il Pd debba dotarsi di un segretario che abbia a cuore il partito stesso, lo possa fare lavorare, modernizzarlo, cambiarlo.

    Cosa pensi del tuo sfidante?

    Cerasani. Penso che con Paola possiamo dire cose molto simili, fossi io a essere confermato sapendo il suo interesse e quello del suo gruppo per la politica ci potremmo trovare molto bene sul fronte dell’allargamento. Però ho i miei dubbi che solo la parola innovare cambiare se non è messa con un po’ più di sale dentro sia utile. Che partito è un partito che parla solo di partecipazione, cambiamento se poi non mette dentro le cose che vuole fare? A me piace molto il discorso di dire rinnoviamo il Pd, miglioriamo, ma qual è la tua visione sociale, quale è la tua lettura della società di riferimento? Che risposte dai a questi bisogni? Non basta dire partecipiamo, cambiamo. Il cambiamento più che predicato va praticato.

    Panzeri. Francesco è sicuramente una persona che ha fatto molto in questi anni ed è una persona che spero si continuerà ad impegnare. Ci ha messo molto impegno, lo rispetto e lo stimo e domani saremo seduti di fianco, non ci stiamo facendo la guerra. Forse però portiamo due visioni diverse. C’è bisogno di un cambiamento, un cambiamento di approccio che renda il circolo più trasparente, più inclusivo e più aperto. Queste sono le tre parole chiave.

    Come ti immagini tra qualche anno? Sempre a Bruxelles? Impegnato politicamente?

    Panzeri. Assolutamente non lo so. Per qualche anno penso di fermarmi in Belgio ma diciamo che quello che sto facendo adesso è legato a questo momento, non ho una visione a lungo termine su dove andrà la mia vita. Non mi immagino una carriera politica, assolutamente no. Credo ci sia bisogno adesso di fare cambiamenti in questo circolo e mi sono detta che era il momento di provarci in prima persona.

    Cerasani. La politica è la mia passione, è la mia identità, è quello che farò spero vita natural durante. Sono qui a Bruxelles per lavoro, ho ancora un anno di contratto e poi vediamo. Non sto pensando di tornare ma l’Italia mi manca. Mi manca il fatto di lavorarci, sono qui da quando avevo 22 anni e quindi mi manca una vita adulta fatta nel mio Paese. Non voglio girarci intorno. Sarei onorato di poter fare un servizio al mio partito e agli italiani anche rappresentando le persone o avendo delle responsabilità in seno al partito, ma non è questa la fase.

    Letizia Pascale

    Per sapere di più sui candidati, per trovare i loro programmi, leggi:
    – Il Pd si prepara al congresso anche a Bruxelles

    Tags: Francesco CerasaniPaola Panzeripd bruxellessegreteria

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