Bruxelles – Gli investimenti esteri, diretti ed indiretti, nell’Ue devono essere soggetti a un controllo obbligatorio da parte degli Stati membri per individuare e affrontare possibili rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico, in settori quali i media, le materie prime critiche e le infrastrutture di trasporto.
Il Parlamento ha adottato oggi (8 maggio), con 378 voti favorevoli, 173 contrari e 24 astensioni, il proprio mandato negoziale sul nuovo regolamento che introdurrà norme aggiornate che rafforzano il sistema europeo di monitoraggio degli investimenti esteri.
Con le modifiche approvate rispetto alla proposta iniziale della Commissione, le procedure dei meccanismi nazionali di controllo saranno armonizzate e l’esecutivo Ue avrà il potere di intervenire di propria iniziativa o in caso di disaccordo tra gli Stati membri sui potenziali rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico derivanti da uno specifico investimento estero.
La nuova legge estende inoltre l’ambito di applicazione del monitoraggio, includendo anche le operazioni all’interno dell’Ue in cui l’investitore diretto è di proprietà di persone fisiche o giuridiche di un Paese non dell’Unione, includendo così anche i cosiddetti investimenti indiretti.
Se l’autorità di screening dovesse concludere che l’investimento previsto potrebbe avere effetti negativi sulla sicurezza o sull’ordine pubblico, questo potrà essere autorizzato solo a determinate condizioni oppure sarà bloccato.
Il relatore Raphaël Glucksmann (S&D, francese) ha spiegato che “al momento il sistema di controllo degli investimenti esteri dell’Ue è frammentato, costoso per gli investitori e poco efficace nel mitigare i rischi. Lasciare che grandi impianti industriali, reti energetiche e colossi dei media vengano acquisiti da entità estere, dalla Cina, dagli Stati Uniti o altrove, mette a rischio la nostra sicurezza e sovranità economica“.
Sulla base del testo adottato, i deputati possono ora iniziare i negoziati con gli Stati membri sulla forma definitiva della legge. Il Parlamento e il Consiglio devono adottare l’atto legislativo finale prima che questo possa entrare in vigore.
Il sistema di controllo degli investimenti esteri diretti, in vigore dal 11 ottobre 2020, mira a contrastare i rischi legati a certi investitori stranieri che cercano di acquisire il controllo di imprese dell’Ue che forniscono tecnologie, infrastrutture o risorse cruciali o che detengono informazioni sensibili e svolgono attività fondamentali per la sicurezza o l’ordine pubblico.
Il meccanismo ha l’obiettivo di individuare e affrontare i rischi per la sicurezza o l’ordine pubblico connessi agli investimenti esteri diretti che coinvolgono almeno due Stati membri o l’Ue nel suo complesso. La Commissione aveva presentato la nuova proposta per il suo rafforzamento nel gennaio 2024.