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    Home » Cultura » Trump vieta Harvard agli studenti stranieri, l’Ue si mobilita

    Trump vieta Harvard agli studenti stranieri, l’Ue si mobilita

    Oltre 6.000 studenti verranno espulsi, Harvard fa causa al governo Usa. Il Consiglio Ue discute ulteriori misure di accoglienza per studenti e ricercatori, la ministra dell'Università e della ricerca Bernini: "Le università sono spazi di libertà"

    Marco La Rocca di Marco La Rocca
    23 Maggio 2025
    in Cultura
    Il governo americano vieta l'iscrizione degli studenti stranieri all'università di Harvard (Foto: Nick Sortor on X)

    Il governo americano vieta l'iscrizione degli studenti stranieri all'università di Harvard (Foto: Nick Sortor on X)

    Bruxelles – Procede la crociata di Donald Trump contro le università americane. L’annuncio da parte della Casa Bianca di vietare l’ammissione di studenti stranieri all’Università di Harvard ha suscitato reazioni critiche da parte del mondo accademico e politico, sia all’interno degli Stati Uniti che in Europa. La decisione, motivata da ragioni di sicurezza nazionale e preoccupazioni per possibili interferenze straniere nel sistema educativo, è stata presentata da Washington come una misura per “difendere i valori americani” e contrastare il rischio di spionaggio da parte di governi ostili, in particolare dalla Cina.

    Tra le motivazioni fornite, l’amministrazione ha anche citato il presunto aumento di episodi di antisemitismo nei campus universitari, sostenendo che la presenza di alcune reti studentesche straniere avrebbe contribuito a creare un clima ostile e politicizzato. Il Dipartimento di Stato ha parlato della necessità di garantire che le università non diventino strumenti di penetrazione ideologica o tecnica da parte di potenze avversarie. In questo quadro, la presenza di studenti e ricercatori provenienti da determinati Paesi sarebbe considerata un pericolo. Gli studenti stranieri attualmente iscritti, ha fatto sapere il Dipartimento, saranno costretti a cambiare ateneo.

    L’Università di Harvard ha risposto con fermezza, annunciando un’azione legale contro il provvedimento. Secondo l’ateneo, la misura colpisce in modo indiscriminato migliaia di studenti e rischia di compromettere la qualità e la reputazione dell’istruzione superiore statunitense. L’università, che attualmente ospita oltre 6.000 studenti internazionali, ha definito il bando una limitazione ingiustificata della libertà accademica e un danno alla collaborazione scientifica globale.

    La questione è stata discussa oggi (23 maggio) a Bruxelles nel corso del Consiglio dell’Ue dedicato alla ricerca. La ministra tedesca della Ricerca, Dorothee Bär, ha espresso forte preoccupazione per le implicazioni della decisione americana e ha riferito di aver sollevato la questione con i suoi omologhi. “Una decisione che deve essere urgentemente revocata. Anche i colleghi degli altri Paesi europei, hanno espresso un ampio consenso”, ha dichiarato. Bär ha sottolineato il ruolo crescente dell’Europa come spazio di libertà scientifica e come destinazione alternativa per studenti e ricercatori che, in un contesto internazionale meno prevedibile, valutano nuove opportunità formative e accademiche.

    Annamaria Bernini, Ministra dell’Università e della ricerca (Foto: Imagoeconomica)

    Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra italiana dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. In una dichiarazione rilasciata a margine dei lavori del Consiglio, ha affermato: “Per quel che ci riguarda, le università sono sempre state e saranno spazi di libertà e cosmopolitismo, luoghi dove si alimenta il confronto e lo spirito critico”. Bernini ha ricordato le misure adottate in Italia per rafforzare l’autonomia accademica, tra cui la riforma del reclutamento dei docenti e l’aumento dei finanziamenti al sistema universitario, ora pari a 9,4 miliardi di euro. “Le università italiane sono aperte al mondo“, ha concluso, sottolineando la volontà del governo italiano di mantenere una linea di apertura e collaborazione internazionale. Il nostro Paese ospita attualmente oltre 96.000 studenti stranieri.

    Anche la Cina ha espresso una posizione ufficiale sul tema. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha condannato la decisione statunitense, definendola un esempio di “politicizzazione dell’istruzione” e un ostacolo agli scambi accademici. Secondo Pechino, la misura penalizza in modo particolare gli studenti asiatici e contribuisce ad alimentare un clima di sfiducia internazionale.

    Il dibattito rimane aperto, con sviluppi attesi sia sul fronte giuridico, dopo la causa avviata da Harvard, sia su quello diplomatico. Nel frattempo, l’Europa osserva con attenzione gli sviluppi e si prepara a rafforzare le proprie politiche di attrazione dei talenti, in un contesto in cui la mobilità accademica e la cooperazione scientifica sembrano destinate a essere sempre più influenzate dalle dinamiche geopolitiche.

    This administration is holding Harvard accountable for fostering violence, antisemitism, and coordinating with the Chinese Communist Party on its campus.

    It is a privilege, not a right, for universities to enroll foreign students and benefit from their higher tuition payments… pic.twitter.com/12hJWd1J86

    — Secretary Kristi Noem (@Sec_Noem) May 22, 2025

    Tags: donald trumpHarvardinnovazionemobilità studentescaricercauniversitàusa

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