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    Home » Economia » Al via la quarta Conferenza sugli aiuti allo sviluppo: tutti gli occhi sull’Ue dopo il ritiro degli Stati Uniti

    Al via la quarta Conferenza sugli aiuti allo sviluppo: tutti gli occhi sull’Ue dopo il ritiro degli Stati Uniti

    Dall'Unione europea proviene già il 42 per cento degli aiuti globali allo sviluppo. Von der Leyen: "Attuare l'imposta minima sulle imprese". Ma il G7 si è accordato per esentare le multinazionali americane

    Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    30 Giugno 2025
    in Economia, Politica Estera
    conferenza onu sviluppo

    Ursula von der Leyen e Antonio Costa alla Conferenza Onu sul finanziamento allo sviluppo

    Bruxelles – Il deficit di finanziamenti per lo sviluppo tocca già i 4 mila miliardi di dollari all’anno. Prima del ritiro degli Stati Uniti dalla corsa – ormai compromessa – verso gli obiettivi stilati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. La Conferenza dell’Onu che si apre oggi (30 giugno) a Siviglia, è un’ultima chiamata per i circa 70 leader ospiti di Pedro Sanchez. A rispondere, in prima linea, deve essere l’Unione europea, da cui provengono il 42 per cento degli aiuti globali: “Il nostro impegno è destinato a durare”, ha garantito Ursula von der Leyen.

    A 23 anni dalla prima Conferenza sul finanziamento dello sviluppo, a Monterrey, l’ottimismo di inizio millennio sembra svanito. L’architettura su cui poggiava lo sforzo globale per ricucire la distanza tra i potenti del mondo e i paesi più svantaggiati è crollata. Come certificato dal taglio dell’ammnistrazione Trump all’83 per cento dei finanziamenti ai programmi all’estero di Usaid, l’agenzia statunitense per lo sviluppo. A Siviglia, si cerca un nuovo slancio: nel documento finale, il ‘Compromiso de Sevilla’, si affrontano il debito crescente e il calo degli investimenti, la crisi dei finanziamenti e le difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’accordo sul testo è stato raggiunto nonostante le profonde divisioni su diverse questioni, culminate con la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi completamente dal processo.

    Pedro Sánchez, Ursula Von der Leyen, Antonio Guterres [Credit: Eu Commission]
    Nel 2024, Gli aiuti allo sviluppo in tutto il mondo ammontavano a poco più di 200 miliardi di dollari. “Il divario di investimenti annuali rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è pari a migliaia di miliardi di dollari”, ha constatato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla Conferenza. Quasi la metà proviene dal vecchio continente, circa 96 miliardi. “Allo stesso tempo, è positivo che nuovi donatori stiano ora intensificando il loro impegno”, ha continuato la leader Ue. La strategia di Bruxelles, per portare più Paesi a bordo, è quella di “unire le forze e istituire programmi di investimento congiunti“, come fatto di recente con l’India.

    Sul tavolo c’è inoltre l’implementazione dell’accordo, siglato nell’ottobre 2021, con cui 136 Paesi hanno concordato di imporre un’imposta minima del 15 per cento alle multinazionali con oltre 750 milioni di euro di fatturato. L’Unione europea ha trasposto l’accordo in una direttiva e gli Stati membri sono stati chiamati ad adeguarsi dal 31 dicembre 2023. Trump, anche su questo campo, ha ritirato gli Stati Uniti dai negoziati nel febbraio 2025. La Cina sta attuando con estrema lentezza i termini dell’accordo. “Dobbiamo dare attuazione all’accordo sulle norme internazionali in materia di tassazione delle imprese”, ha incalzato von der Leyen, non solo perché “ciò rafforzerà le entrate delle economie in via di sviluppo”, ma anche “per una questione di equità“.

    Ma anche l’Unione europea ha tradito l’accordo mediato nel 2021 dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: in piena guerra commerciale con Washington, di fronte alle minacce di ritorsione da parte di Trump, i membri del G7 hanno concordato questo fine settimana di esentare le multinazionali statunitensi dall’applicazione dell’aliquota. Nella dichiarazione diffusa dalla presidenza canadese del G7, si indica la creazione di “un sistema parallelo” che esclude le aziende statunitensi dalle norme fiscali minime e “facilita ulteriori progressi per stabilizzare il sistema fiscale internazionale”.

    Il grande tema, sottolineato anche dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, è l’urgenza di “riformare il sistema finanziario internazionale”, giudicato da alcuni “obsoleto” e “disfunzionale”. Deve essere “più inclusivo, efficace e rappresentativo“, gli ha fatto eco il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Di fronte agli altri leader e 4 mila esponenti della società civile e di organizzazioni internazionali, Costa ha concluso: “Il multilateralismo non sta attraversando il suo momento migliore, è vero. Ma resiste ed è vivo. Oggi, qui, lo stiamo dimostrando”.

    Tags: aiuti allo sviluppoantonio costaConferenza Onuursula von der leyen

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