Bruxelles – Nel 2007, l’Ue e l’India hanno cominciato i primi negoziati su un accordo bilaterale sul commercio e gli investimenti. Però nel 2014, questi sforzi sono stati fermati soprattutto a causa dell’incapacità dei rispettivi leader politici di compiere scelte difficili. I colloqui sono ripresi nel 2022 e ora offrono uno scenario plausibile per raggiungere un accordo bilaterale di libero scambio “entro la fine dell’anno”, come hanno dichiarato il Primo Ministro indiano Narendra Modi e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel febbraio 2025. Lo scrive un’analisi pubblicata dl think tank brussellese Bruegel.
L’Ue e l’India sono tra le cinque maggiori economie mondiali in termini di Pil. Tuttavia, molto le separa dal punto di vista economico. Il Pil pro capite dell’India è molto più basso di quello dell’Ue e il suo livello di protezione del commercio e degli investimenti è molto più alto di quello dell’Unione o anche di altri Paesi a medio reddito. Tuttavia, l’India ha goduto una crescita più veloce di qualunque altra economia, anche della Cina. L’Ue e l’India si vedono inoltre avvicinate dalla situazione geopolitica globale e dalla ricerca comune di autonomia strategica e sicurezza economica.
Le due parti, sostiene Bruegel, dovrebbero trarre insegnamento dai fallimenti del passato e raggiungere un accordo nei settori che si sono rivelati difficili, come le tariffe sui beni e sui servizi, e in nuovi settori, come la protezione dell’ambiente, che potrebbero nuovamente far fallire il negoziato riaperto se non gestiti bene.
La questione del clima è particolarmente sensibile, e in particolare lo è il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) – una politica dell’Ue che impone un prezzo del carbonio sulle importazioni di alcuni beni, in particolare quelli ad alte emissioni di carbonio, per garantire condizioni di parità con le imprese dell’Unione che già devono sostenere i costi del carbonio nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue – e il regolamento comune sui prodotti esenti da deforestazione (2023/1115). L’India ha chiesto di essere esentata dal CBAM, cosa che l’Ue non può fare senza compromettere i suoi obiettivi ambientali e la necessità di rispettare le regole di non discriminazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc)
Un accordo entro la fine del 2025 avrà benefici economici e rafforzerà anche i più ampi legami economici e politici tra l’Ue e l’India in un momento in cui gli affari mondiali sono messi a dura prova. Secondo lo studio un accordo ambizioso potrebbe anche contribuire a ricostruire un ordine globale basato su regole per il nuovo mondo multipolare. Questo è particolarmente importante per i regimi multilaterali del commercio e del clima, dove la convergenza delle posizioni dell’UE e dell’India potrebbe avere una grande influenza sulla riforma delle istituzioni e delle regole internazionali.
E come spiega Bruegel nel suo policy brief: “Il buon esito degli accordi commerciali e di investimento Ue-India richiede incentivi per la crescita reciproca. Questi accordi non devono necessariamente rispecchiare gli accordi di libero scambio globali dell’Ue, ma devono rendere l’India un polo di attrazione per gli investimenti. L’accesso al mercato da parte dell’Unione deve essere attraente, sostenuto da un autentico dialogo normativo, in particolare sui fronti verde e digitale”.
L’accordo di libero scambio potrebbe concludersi “entro la fine del 2025, mentre un accordo di investimento innovativo, che includa progetti di catene di valore verdi, potrebbe essere sviluppato successivamente. L’Ue è nella posizione ideale per offrire all’India un accordo commerciale trasformativo ed equilibrato. Insieme a un nuovo accordo sugli investimenti, questo potrebbe dare un impulso significativo alle esportazioni e ai settori manifatturieri indiani. Un accordo commerciale di questo tipo è fondamentale anche per un partenariato geopolitico più forte, che favorisca discussioni oneste in materia di politica estera”.
Infine “l‘India e l’Ue possono assumere un ruolo guida nella definizione del sistema commerciale globale e del regime climatico. Potrebbero inoltre collaborare con altri Paesi che applicano i prezzi del carbonio per decarbonizzare il commercio, offrendo potenzialmente un’alternativa al CBAM.
![La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e i primo ministro indiano, Narendra Modi [Nuova Delhi, 28 febbraio 2025]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/02/vdl-modi-750x375.png)
![[foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/12/Imagoeconomica_1783367-350x250.jpg)


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![Federica Mogherini [archivio]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2016/05/mogherini.jpg)







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