Bruxelles – ‘Onorevole’ maternità, il Parlamento europeo prova a riscrivere le regole del gioco decisionale prevedendo il voto per procura e delega per le donne impossibilitate a svolgere le proprie funzioni per assolvere i doveri di madre. Da tre mesi prima del parto fino a sei mesi dopo la nascita del figlio chi lo vorrà potrà lasciare a qualcun altro il compito di votare sui provvedimenti, nelle commissioni come in Aula. L’Emiciclo del Parlamento europeo ha approvato – per alzata di mano – la proposta già avallata dalla commissione Affari costituzionali. , lasciando ora al Consiglio il compito di modificare l’Atto europeo per l’elezione degli europarlamentari.
Servirà l’unanimità solo per decidere di eventualmente modificare il trattato internazionale che regola le regole di elezione nell’UE e di funzionamento istituzionale. Poi, in caso di via libera, ogni singolo Parlamento nazionale dovrà approvare le modifiche. Niente è dunque davvero deciso, ma Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, mostra comunque soddisfazione: “Ci sono voluti decenni per arrivare qui, è stato difficile, ma è un punto di partenza”, scandisce dopo il voto dell’Aula. “Sono orgogliosa”, ammette. “Come politica, donna e madre, spero che gli Stati membri concordino con noi sul fatto che la modernizzazione delle nostre regole di voto è attesa da tempo e facciano tutto il possibile per aggiornare non solo le regole del Parlamento europeo, ma anche quelle dei parlamenti nazionali”. L’ottimismo è giustificato dal fatto che quello che si chiede è “un cambiamento mirato” dell’Atto europeo per l’elezione.
Come Parlamento “noi abbiamo fatto la nostra parte”, taglia corto un soddisfatto Juan Fernando López Aguilar (S&D), relatore del testo.”Per noi era ovvio che si dovessero cambiare le regole” e consentire alle donne di continuare a contribuire al processo decisionale e democratico. Anche perché, ricorda l’esponente socialista, “l’UE si fonda sull’uguaglianza di fronte alla legge, la lotta alla discriminazione”, e il voto per procura e delega aiuta a rispondere a questi imperativi.

Già, la paternità. Il dibattito d’Aula che ha anticipato il voto si è trasformato in un confronto anche a tratti dai toni duri sul ruolo del padre in divenire. Da parte dei socialisti (S&D), verdi e liberali (RE) è giunta la richiesta di prevedere il voto per procura anche per gli uomini, ipotesi respinta da conservatori (ECR), sovranisti (PfE) ed euroscettici (ESN).
Immediata e dura la replica di Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi eletta nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS): “Oggi il Parlamento europeo ha scelto di dare un segnale concreto di civiltà e di rispetto: una deputata gestante o che ha partorito potrà delegare il proprio voto negli ultimi tre mesi prima del parto e nei sei successivi. Il prossimo passo sarà estendere lo stesso diritto ai padri, oggi negato dai partiti dell’estrema destra”.








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