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    Home » Politica » L’Ue critica la Polonia che vieta le accuse di collaborazionismo, ma poi le vieta a sua volta all’Europarlamento

    L’Ue critica la Polonia che vieta le accuse di collaborazionismo, ma poi le vieta a sua volta all’Europarlamento

    Ryszard Czarnecki (polacco) ha visto il suo mandato di vicepresidente revocato per aver dato della collaborazionista a un'eurodeputata del Ppe

    Domenico Giovinazzo</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@giopicheco" target="_blank">@giopicheco</a> di Domenico Giovinazzo @giopicheco
    7 Febbraio 2018
    in Politica

    Dal nostro inviato

    Strasburgo – Dopo le critiche piovute dall’Europa contro la legge polacca sul negazionismo – che vieta di attribuire ai polacchi la responsabilità di aver collaborato con il regime nazista nello sterminio degli ebrei nei lager – appare schizofrenica la decisione del Parlamento europeo di revocare il mandato al suo vicepresidente, Ryszard Czarnecki, polacco e colpevole proprio di aver lanciato accuse di collaborazionismo alla collega del Ppe Róża Thun, sua connazionale.

    A mettere in fila alcuni fatti – vedi la blanda condanna contro l’invasione di un centro sociale da parte di un gruppo neonazista a Como, o quella ferma pronunciata dai vertici delle istituzioni europee per la sparatoria contro i migranti a Macerata, ma senza richiamare alle proprie responsabilità l’eurodeputato Matteo Salvini, la cui retorica ha contribuito a fomentare la follia dell’aggressore già candidato leghista alle elezioni – si potrebbe pensare a un accanimento dell’Ue contro la Polonia.

    Lettura che ovviamente viene respinta da più parti nell’Emiciclo di Strasburgo. “Si è voluta colpire la persona, non la Polonia”, spiega a Eunews Giovanni La Via, che non vede alcun atteggiamento schizofrenico nella revoca del mandato a Czarnecki, perché non è il contenuto dell’insulto, ma il comportamento del vicepresidente a non poter essere tollerato. E che non si tratti di persecuzione contro i polacchi, per l’europarlamentare italiano, è confermato dalla disponibilità dei popolari a designare un altro vicepresidente che sia polacco e della stessa famiglia politica di Czarnecki (Ecr).

    Anche nel gruppo S&D si tende a slegare la disputa tra l’Ue e la Polonia sulle leggi che minano lo Stato di diritto dalla “vicenda particolare” del vicepresidente revocato. E secondo Mercedes Bresso, è ”probabilmente una casualità che sia polacco”.

    Una voce dissonante è quella dell’eurodeputato 5 Stelle, Fabio Massimo Castaldo, anche lui vicepresidente del Parlamento, il quale parla di “vicenda che va letta molto in chiave di politica interna” e della quale sono stati “molto protagonisti i membri polacchi del Ppe, a cui appartiene anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk”. Pur restando “ferma la totale condanna verso qualsiasi forma di estremismo che difenda o faccia apologia del nazismo, del fascismo e di tutte le forme di totalitarismo”, per Castaldo in questa occasione il Parlamento europeo “non ha mostrato molta coerenza” e “conferma invece di prendere molto spesso decisioni sulla base degli equilibri politici”.

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