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    Home » Politica » Anti-abortisti, filo-russi, populisti e di simpatie ‘nazi’, il sottobosco dei nuovi partiti arrivati al Parlamento europeo

    Anti-abortisti, filo-russi, populisti e di simpatie ‘nazi’, il sottobosco dei nuovi partiti arrivati al Parlamento europeo

    Oltre 50 gli europarlamentari provenienti da liste e formazioni mai prima d'ora in Emiciclo. Una truppa in gran parte di estrema destra (ma non solo) che non aiuta il progetto di integrazione

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    10 Giugno 2024
    in Politica
    [foto: Emanuele Bonini]

    [foto: Emanuele Bonini]

    Bruxelles – Gli assetti, nella sostanza, non cambiano. Il nuovo Parlamento europeo, come uscito dalla urne, ricalcherà la composizione dell’emiciclo precedente. Ma le elezioni europee 2024 sono destinate ad ingrossare il gruppo dei Non Iscritti (una sorta di Gruppo Misto del Parlamento italiano, dove siedono i deputati che non aderiscono a gruppi maggiori) e le forze di estrema destra con quelle formazioni che per la prima volta mettono piede a Bruxelles. Oltre 50 i rappresentanti di partiti tutti nuovi, che mai prima di questa volta hanno portato eurodeputati. Non pochi, ma quasi tutti con idee contrarie al progetto di integrazione. Eunews fa un tuffo nel nuovo micro-cosmo dei cosiddetti ‘altri’.

    • GERMANIA

    Il gruppo più numeroso di europarlamentari nuovi è quello di Alleanza Ragione e giustizia (Bsw), che elegge in un colpo solo sei rappresentanti. Nessuna affiliazione, e un gruppo da cercare. Parte dai non iscritti e non è chiaro se e quanto saprà trovare una famiglia politica all’interno dell’Aula. Scettico nei confronti delle politiche ecologiste non si presenta come sostenitore del Green Deal, ma soprattutto si caratterizza per posizioni anti-atlantiste e uno scetticismo verso il sostegno incondizionato all’Ucraina. Istanze che lo collocano tra le forze della destra estrema ed euro-scettica. Dal Bsw nessun contributo al progetto di integrazione e, di conseguenza, difficilmente papabile per i gruppo tradizionali.

    • POLONIA

    Sei anche gli europarlamentari di Konfederacja, partito polacco creato nel 2018 in vista delle elezioni europee del 2019. Da zero a sei seggi, tutti all’insegna di posizioni anti-islam, anti-aborto, anti-gay. La collocazione più naturale per questi polacchi sembra essere il gruppo Identità e democrazia, se loro dovessero decidere di uscire dal limbo dei Non iscritti e Id fosse disposto ad accoglierli.

    • ROMANIA

    Parola d’ordine: grande Romania, attraverso l’annessione della Moldova. Ecco approdare in Parlamento europeo l’Alleanza per un’Unione dei romeni (Aur), partito di estrema destra che fa di “famiglia, nazione, fede cristiana, e libertà” il proprio motto. In Aula portano anche simpatie filo-russe. Guardano al gruppo dei conservatori (Ecr) per la legislatura tutta da organizzare, ponendo non pochi grattacapi per un gruppo a cui guarda anche una parte dei popolari (Ppe).
    Il Paese elegge anche un deputato di Alleanza per la destra unita, una lista tutta nuova frutto dell’unione di tre partiti (Sr, Fd e Pmp), con trascorsi passati tra liberali e popolari. Per l’eletto si tratterà di scegliere se negoziare l’ingresso nel Ppe o in Renew.

    • BULGARIA

    Al pari dei tedeschi di Bsw anche i bulgari di Revival si schierano contro la Nato. I tre nuovi europarlamentari scelti dagli elettori della Bulgaria rappresentano un partito dichiaratamente no-vax e pro-Russia. Al momento tra i non Iscritti, non sembra essere intenzionato a trovare una casa politica nel prossimo emiciclo.

    Dalla Bulgaria arriva anche il primo rappresentante di sempre di C’è un popolo come questo (Itn), partito creato dal cantante e ospite televisivo Slavi Trifonov. Il partito prende il nome da uno degli album del leader e fondatore della singolare formazione. Non si definiscono né di destra né di sinistra, andando a ingrossare le fila del populismo europeo.

    • SPAGNA

    Le urne spagnole premiano il partito anti-establishment La festa è finita (Salf). Contro i privilegi della politica e la partitocrazia, Salf si affaccia per la prima volta in Europa. Il leader Alvise Perez è un personaggio controverso, accusato di disseminare disinformazione sui social contro personaggi della sinistra. Considerato “un agitatore”, viene visto come un populista che con ogni probabilità resterà tra i Non iscritti.

    Europeista è invece Sumar, partito di estrema sinistra che in Spagna è alleato con i socialisti di Pedro Sanchez. L’unico seggio conquistato si aggiungerà probabilmente al gruppo della Sinistra, e potrebbe offrire sostegno alle coalizione Ppe-S&D-Re che si profila all’orizzonte, almeno su determinati file.

    • REPUBBLICA CECA

    Přísaha a Motoristé elegge due europarlamentari. Ci sono trattative in corso per entrare a far parte del gruppo dei conservatori (Ecr), dove siede Fratelli d‘Italia. Filip Turek, candidato di punta del partito, è al centro di un fascicolo aperto dalla polizia della Repubblica ceca per saluti romani e l‘esibizioni di simboli nazisti. Sulla formazione pesano accuse di neo-nazismo, respinte da Turek. Non certo il miglior bigliettino da visita per l’Unione europea.

    Tra i nuovi ‘nomi’ ad approdare in Parlamento europeo anche ‘Basta!’ (Stačilo!), coalizione di sinistra affiliata al gruppo della Sinistra. Manca solo l’ufficialità, ma l’unico membro eletto dovrebbe unirsi al gruppo nei prossimi giorni.

    • CIPRO

    Chi vorrebbe cercare di entrare a far parte dei conservatori è anche il Fronte popolare nazionale, partito cipriota che elegge un europarlamentare. Il partito, dichiaratamente no-vax e accusato di simpatie neo-fasciste, ha legami con Vox in Spagna, e dialoga con FdI in Italia.

    Cipro elegge anche lo youtuber Fidias Panayiotou, classe 2000. Famoso per il suo tentativo di viaggiare in India e Giappone senza voler pagare, ammette di non sapere quasi niente di politica, e approda nell‘Eurocamera da indipendente. Da scoprire dove potrà sedere. Il punto di partenza è l’estrema destra.

    • DANIMARCA

    Altro partito che vorrebbe entrare a far parte dei Conservatori è quello dei Danesi democratici (Dd), che elegge per la prima volta un eurodeputato. La formazione danese contesta l’eccessiva burocrazia Ue, configurandosi come forza euro-scettica e sovranista.

    • LETTONIA

    Dalle repubbliche baltiche la dimostrazione che ogni Paesi ha la propria Lega. Prima la Lettonia, un partito il cui nome è tutto un programma, porta nell’emiciclo un deputato europeo. L’affiliazione è con Movimento politico cristiano europeo, legato al partito dei conservatori europei. Potrebbe dunque contribuire a ingrandire l’Ecr. Dichiaratamente no-vax, il partito, a livello nazionale, ha votato contro la concessione dello status di candidato all’Ucraina.

    Lista Unita, formazione di centro-destra, conquista un seggio. Atlantismo, rafforzamento della difesa nazionale e riforma della Politica agricola comune i tratti distintivi del partito, che non ha alcuna affiliazione. Per l’unico parlamentare si aprono diverse opzioni, e i gruppi possono valutare di dotarsi di un seggio in più.

    • GRECIA

    Non c’è più Alba dorata, ma la Grecia può ‘vantare’ Niki, il Movimento patriottico democratico. Partito anti-immigrazione, anti-aborto, anti-gay, no-vax. Formazione di estrema destra, potrebbe vivacchiare tra i non-Iscritti. Di certo non sosterrà il rilancio in grande stile dell’Unione europea.

    Altro partito di estrema destra, anti-immigrazione e a nazionalismo spinto, è Voce della Ragione (Fonìs logikìs), che porta un europarlamentare. Un risultato non scontato per un partito fondato nel 2023. Il partito guarda con un certo interesse il gruppo dei conservatori, con cui ravvede certe affinità.

    Diverso il discorso per Corsa per la libertà (Pe), partito di estrema sinistra critico sulla risposta di Israele agli attacchi del 7 novembre, anti-austerità e contro il neo-liberalismo, si definisce ‘anti-establishment’ rispetto alle politiche Ue condotte finora. L’euroscetticismo è spiegato nell’agenda politica a dodici stelle portata avanti fin qui. Potrebbe avere nel gruppo della Sinistra una possibile soluzione nel prossimo Parlamento europeo.

    • LUSSEMBURGO

    Nel Granducato storicamente pro-europeista spicca l’affermazione del Partito riformista di alternativa democratica (Adr). Contro l’eutanasia e il suicidio assistito, il partito ha una visione restrittiva delle politiche di naturalizzazione e chiede l’abolizione del regime della doppia cittadinanza per un ritorno al passaporto unico, quello lussemburghese. Una visione non proprio euro-entusiasta, tanto da fare di Adr il partito considerato come il più sovranista del Paese.

    • CROAZIA

    Un europarlamentare tutto nuovo arriva a rappresentare il Movimento per la madrepatria, formazione croata con intenzioni di ingresso all’interno dei Identità e democrazia. Una nuova forza fortemente euro-critica.

    • ITALIA

    Un capitolo a parte merita Alleanza Verdi e Sinistra, nell‘elenco dei nuovi arrivati perché formazione tutta nuova. E‘ presto per poter dire se i tre europarlamentari attesi confluiranno nei Verdi o nel gruppo della Sinistra, e non è escluso che possano verificarsi entrambe le cose, con un 1 deputato da una parte e due dall‘altra. In un immenso sottobosco di forze di estrema destra anti-Europa, è una buona notizia per il progetto di integrazione.

    Tags: elezioni europeeeuropee24parlamento europeo

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