Bruxeles – Fine dell’accordo anti-contrabbando tra Unione europea e la multinazionale del tabacco Philip Morris International. L’esecutivo comunitario ha deciso di non rinnovare l’intesa, firmata nel 2004, che arriverà a scadenza questo 9 luglio 2016. L’accordo da un miliardo di euro prevedeva che Philip Morris collaborasse alla lotta contro il traffico illegale, producendo soltanto la quantità di sigarette richiesta dal mercato legale, assicurando di vendere solo a rivenditori legittimi e introducendo un sistema di tracciamento. Azioni che, secondo la Commissione europea, non c’è bisogno di prolungare. Il collegio dei commissari ha deciso, su proposta della commissaria al Bilancio, Kristalina Georgieva, di lasciare scadere l’accordo, questo sabato, senza prevedere alcun prolungamento, così come chiesto anche dal Parlamento europeo.
“Questo accordo è servito allo scopo, riducendo il contrabbando sul mercato illecito del tabacco e fornendo entrate pubbliche di circa 1 miliardo di dollari agli Stati membri e al budget Ue”, sottolinea Georgieva, che spiega: “In un ambiente legale e di mercato che cambia, ridistribuiremo le nostre risorse e continueremo a combattere il commercio illecito di tabacco concentrandoci sulle ‘cheap whites’”, sigarette a basso costo prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Est e del Medio Oriente, non ammesse alla vendita all’interno della Ue perché considerate non rispondenti agli standard di sicurezza comunitari, ma anche su “una rigorosa applicazione delle leggi, e sul rafforzamento della cooperazione internazionale”.
In febbraio la Commissione ha condotto una valutazione tecnica, secondo cui l’accordo con Philip Morris ha effettivamente raggiunto il suo obiettivo di ridurre il contrabbando, anche se la riduzione del contrabbando dei prodotti Philip Morris non ha portato ad una complessiva riduzione dei prodotti illegali nell’Ue. E questo a causa soprattutto del fiorente mercato nero delle ‘cheap whites’ provenienti da altri produttori non coperti da alcun accordo antifrode.