- L'Europa come non l'avete mai letta -
venerdì, 5 Dicembre 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Non categorizzato » La germanizzazione dell’Europa va avanti

    La germanizzazione dell’Europa va avanti

    [di Francesco Saraceno] Daniel Gros sostiene che la posizione dominante della Germania in Europa si sta gradualmente indebolendo. Ma si sbaglia: la germanizzazione dell’Europa procede a gonfie vele.

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    23 Ottobre 2015
    in Non categorizzato

    di Francesco Saraceno, economista presso l’Observatoire français des conjonctures économiques (OFCE) e la Luiss School of European Political Economy 

    Twitter: @fsaraceno / Blog: fsaraceno.wordpress.com 

    L’ultimo articolo di Daniel Gros mi ha lasciato perplesso. In esso, Gros afferma che la posizione dominante della Germania all’interno dell’eurozona potrebbe avere i giorni contati. Il suo ragionamento si basa su due elementi. Il primo è il tasso di crescita fiacco della Germania, che sembra destinato a tornare ai “normali” livelli pre-crisi di bassa crescita (tra il 1992 e il 2007 il tasso di crescita della Germania è stato inferiore a quello della media dell’eurozona). Il secondo è di natura più geopolitica, e riguarda la riluttanza (o l’incapacità) della Germania di gestire le crisi che l’Europa si trova a fronteggiare (in particolare la crisi dei rifugiati).

    Secondo Gros, il declino dell’influenza tedesca in Europa è un pericolo, perché vuol dire che la Germania non sarà più in grado di ostacolare le istanze di cambiamento che arrivano dai paesi periferici e dalla BCE. È implicito nel ragionamento di Gros che tali istanze siano da considerarsi dannose.

    Il fatto che Gros riconosca che le politiche dell’eurozona dall’inizio della crisi sono state largamente dettate dalla Germania mi pare un’ammissione importante. Fino all’altro ieri, parlare della “germanizzazione” dell’Europa era ancora considerato tabù. Detto questo, non condivido per nulla l’analisi di Gros.

    È vero, l’economia tedesca sta rallentando. È uno dei punti deboli di un modello di crescita trainato dalle esportazioni: non sei padrone del tuo destino. La Germania si è tenuta alla larga della crisi dei paesi periferici (che ha contribuito a creare) riorientando le proprie esportazioni verso gli Stati Uniti e le economie emergenti. Ma adesso che anche quei paesi stanno cominciando a mostrare segnali di affaticamento, risulta evidente la miopia di una strategia economica che affida la propria crescita agli altri paesi. La sorpresa di Gros mi sorprende, visto che questo era evidente fin dall’inizio della crisi.

    Ma non voglio qui reiterare per l’ennesima volta le mie critiche al modello di crescita trainata dalle esportazioni, a partire dal problema della fallacia della composizione. Vorrei invece mettere in discussione l’argomentazione di Gros secondo cui l’influenza della Germania sarebbe in declino. Al contrario, ritengo che la definitiva germanizzazione dell’Europa sia praticamente compiuta. A dimostrazione di ciò, ho preso alcune variabili macroeconomiche e ho confrontato i dati della Germania con quelli degli altri 11 membri originari dell’eurozona. Cominciamo dalla (carenza di) domanda interna, un tratto caratteristico delle economie export-led:

    2015_10_gros_1

    A partire dal 2007, la linea gialla (eurozona a 11) e la linea rossa (Germania) cominciano a convergere, perlopiù a causa della riduzione della domanda interna nel resto dell’eurozona. Questo ha incrementato la dipendenza dell’eurozona nel suo complesso dalle esportazioni. La bilancia commerciale dell’eurozona, che nel 2007 era sostanzialmente in equilibrio, oggi presenta un corposo surplus delle partite correnti (l’eurozona a 12 è passata dallo 0,5 per cento del 2007 al 3,4 per cento stimato per l’anno prossimo; la Germania è passata dal 7 al 7,7 per cento). In altre parole, anche gli altri 11 paesi dell’eurozona hanno seguito l’esempio della Germania e sono saliti sulle spalle del resto del mondo. La riduzione della domanda interna è imputabile in parte alle politiche di austerità. Basta dare un’occhiata all’evoluzione dei saldi pubblici nell’eurozona (al netto delle spese per interessi):

    2015_10_gros_2

    È vero che la differenza tra la Germania e il resto dell’eurozona è aumentata rispetto al 2007. Ma da quando la Germania e la troika si sono messe al volante dell’unione monetaria, i saldi pubblici dell’eurozona a 11 hanno iniziato a convergere verso il surplus, e questa tendenza non sembra destinata a cambiare nel futuro prossimo (le previsioni della Commissione arrivano fino al 2016).

    Infine, se guardiamo agli investimenti, uno dei principali fattori di crescita, emerge lo stesso quadro:

    2015_10_gros_3

    Dal 2007 ad oggi, gli investimenti fissi lordi (sia pubblici che privati) nell’eurozona a 11 si sono avvicinati pericolosamente al livello (eccessivamente basso) della Germania. Per non parlare del brutale processo di convergenza del costo del lavoro, avvenuto in barba al fatto che in questo campo l’anomalia rispetto alla media europea fosse rappresenta dalla Germania, non dai paesi periferici.

    Riassumendo, durante la crisi le differenze tra la Germania e gli altri paesi della periferia si sono sostanzialmente ridotte, e continueranno a farlo negli anni a venire:

    2015_10_gros_4

    Le differenze si sono ridotte per tutte le variabili prese in considerazione, ad eccezione dei saldi pubblici. Gli effetti controproducenti dell’austerità hanno rallentato il processo di convergenza, ma questo è stato compensato dalla riduzione della spesa privata, in particolare degli investimenti.

    Per cui, se fossi in Gros, non mi preoccuperei. La germanizzazione dell’Europa va avanti a gonfie vele. Ma io non sono Gros, e la cosa mi preoccupa molto.

    Ti potrebbe piacere anche

    lavoro di qualità
    Economia

    La Commissione europea fissa il percorso (vago) verso una legge sul lavoro di qualità

    4 Dicembre 2025
    viticoltori
    Economia

    Primi passi per gli aiuti ai viticoltori, regole chiare per i prodotti dealcolati e sostegno all’enoturismo

    4 Dicembre 2025
    Cronaca

    L’UE si dà una strategia per combattere il traffico di droga

    4 Dicembre 2025
    [foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]
    Economia

    L’UE avvia indagine su Meta per le restrizioni all’accesso a WhatsApp ai fornitori di intelligenza artificiale

    4 Dicembre 2025
    Federica Mogherini
    Cronaca

    Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d’Europa

    4 Dicembre 2025
    nuove tecniche genomiche
    Agrifood

    Via libera al quadro UE sulle nuove tecniche genomiche, a metà tra OGM e piante convenzionali

    4 Dicembre 2025

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish
    lavoro di qualità

    La Commissione europea fissa il percorso (vago) verso una legge sul lavoro di qualità

    di Enrico Pascarella
    4 Dicembre 2025

    La Commissione UE ha consultato le parti sociali da aprile a giugno per mettere in cantiere una legge su qualità...

    viticoltori

    Primi passi per gli aiuti ai viticoltori, regole chiare per i prodotti dealcolati e sostegno all’enoturismo

    di Enrico Pascarella
    4 Dicembre 2025

    I legislatori europei vogliono introdurre regole chiare sulla classificazione dei nuovi prodotti alcool free oltre a garantire un enoturismo quasi...

    L’UE si dà una strategia per combattere il traffico di droga

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    4 Dicembre 2025

    Solo nel 2023 sono state sequestrate 419 tonnellate di cocaina, ed ogni anno vengono smantellati 500 laboratori di droghe sintetiche...

    [foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]

    L’UE avvia indagine su Meta per le restrizioni all’accesso a WhatsApp ai fornitori di intelligenza artificiale

    di Renato Giannetti
    4 Dicembre 2025

    Ribera: "Valutiamo se sia illegale ai sensi della regole di concorrenza"

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione