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    Home » Politica Estera » Peres: L’Ue sia più dura contro Hezbollah

    Peres: L’Ue sia più dura contro Hezbollah

    Il Presidente israeliano li vorrebbe nella lista nera: “Non fare nulla è lasciargli campo libero”. Barroso: “La scelta spetta agli Stati ma all'Iran abbiamo coraggiosamente inasprito le sanzioni”

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    7 Marzo 2013
    in Politica Estera

    Il Presidente israeliano li vorrebbe nella lista nera: “Non fare nulla è lasciargli campo libero”
    Barroso: “La scelta spetta agli Stati ma all’Iran abbiamo coraggiosamente inasprito le sanzioni”

    Shimon Peres e José Manuel Barroso © European Union, 2013
    Shimon Peres e José Manuel Barroso © European Union, 2013

    Le relazioni tra Israele e Unione europea sono forti e comune è l’impegno per la soluzione a due Stati. Ma Tel Aviv vorrebbe che Bruxelles fosse più dura con la milizia islamista libanese Hezbollah, e la mettesse nella lista nera dei terroristi internazionali. È questo il quadro che è emerso dalla conferenza stampa congiunta che il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha tenuto con il Presidente israeliano, Shimon Peres. Il colloqui tra i due è avvenuto mentre sono in corso in Israele le consultazioni per formare un nuovo governo, dopo le elezioni del gennaio scorso. “L’Ue si aspetta la formazione di una coalizione ampia e stabile, impegnata a sviluppare le sue relazioni con l’Europa e nella ricerca di una soluzione negoziale per il processo di pace in Medio Oriente” ha dichiarato Barroso. Il politico portoghese ha poi parlato della collaborazione nei programmi di ricerca: “Ci hanno chiesto di associarsi al nostro programma Horizon 2020, una richiesta a cui diamo il benvenuto. Ci impegniamo a collaborare per affrontare tutte le questioni relative al campo di applicazione di tale associazione, che riteniamo essere reciprocamente vantaggiosa”.

    Dal canto suo Peres ha lodato l’Europa come simbolo di Pace: “Entrambi rappresentiamo un miracolo – ha detto – Voi che avete creato una Unione dalle ceneri della seconda guerra mondiale. Noi che dopo quella stessa tragedia, e passando attraverso altre 7 altre guerre, siamo riusciti a creare lo Stato ebraico. Un fiore sbocciato nel deserto”.

    Ma è stato sui temi Iran ed Hezbollah che si sono mostrate le differenti visioni. Su Teheran Barroso ha affermato che “l’Europa ha preso la coraggiosa decisione di rinforzare le sanzioni, anche se alcuni Paesi ne pagano lo scotto, come la Grecia, che ha perso rapporti economici. Questo è un segno del nostro impegno nella regione e nel preservare anche l’integrità di Israele”. “Il problema potrebbe essere risolto in maniera pacifica, ma per rafforzare la pressione – ha ricordato Peres – Obama ha detto che tutte le opzioni sono sul tavolo”. Per l’israeliano “il problema non è solo la bomba nucleare, ma le violazioni dei diritti umani, l’uccisione degli oppositori e l’incarcerazione dei giornalisti”. E poi ha avvertito: “Tutto questo deve essere fermato preferibilmente economicamente e politicamente ma – e sul ma ha fatto una lunga pausa, come a voler sottolineare il seguito – il risultato deve essere raggiunto senza compromessi”.

    Sulla milizia islamista, invece, Barroso ha sottolineato che è una sorvegliata speciale dell’Ue “ma non spetta alla Commissione prendere la decisione di inserirla nella lista nera dei terroristi internazionali, bensì agli Stati membri nella loro unanimità”. Su questo punto, a conferenza stampa che stava per finire, il vecchio e abile Peres ha richiesto la parola per aggiungere una considerazione finale, tutta rivolta all’Unione europea: “Hezbollah, sta intervenendo nella guerra in Siria senza permesso del Governo Libanese, aiutando il dittatore Assad a uccidere il suo stesso popolo. Non si tratta solo di un problema di terrorismo ma di intervento diretto in una grande tragedia in un altro Paese”. E ha poi aggiunto: “Se non prendete misure contro di loro, penseranno che gli è permesso di fare tutto questo”, perché “la neutralità non è una opzione in campo”. E anche qui ha sottolineato l’accusa con una chiara espressione del volto, per poi concludere in maniera molto chiara: “O li escludete o gli permettete di farlo. E sono sicuro che non è vostra intenzione di permettere loro di compiere atti terroristici”.

    Alfonso Bianchi

    Articoli correlati:
    – I ribelli siriani all’Ue: “Dateci le armi”
    – Il premio Sacharov agli iraniani Nasrin Sotoudeh e Jafar Panahi

    Tags: AssadBarrosobruxellesHezbollahIranisraelePeressiria

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