Roma – Il sostegno della sinistra italiana al governo di Alexis Tsipras non si ferma alla delegazione che, in occasione del referendum di domenica scorsa, si è recata ad Atene a portare solidarietà. Di ritorno dalla capitale ellenica, i parlamentari di Sel, insieme con Alfredo d’Attorre (esponente del Pd in rotta di collisione con la maggioranza renziana), Stefano Fassina (già fuoriuscito dal Partito democratico) e Francesco Campanella (senatore ex 5 Stelle) hanno presentato oggi una mozione per impegnare il governo a supporto dell’esecutivo greco.
“Al premier Matteo Renzi chiediamo se non sia arrivato il momento di portare al centro dell’attenzione la revisione dei trattati europei e l’istituzione di una conferenza internazionale sul debito”, spiega Arturo Scotto, capogruppo di Sel a Montecitorio. Sono due degli impegni indicati nella mozione che sarà presentata alla Camera e al Senato e che, “vista l’urgenza, potrebbe essere calendarizzata subito”, auspicano i sottoscrittori.
Come primo punto i firmatari pretendono da Renzi il rispetto del risultato referendario greco, attraverso il rifiuto “di qualsiasi opzione tecnocratica che commissari di fatto le istituzioni” elleniche. Poi vogliono un impegno a ad affrontare “la questione del debito pubblico dei paesi più esposti attraverso iniziative di rinegoziazione”, che vorrebbero si discutessero in una conferenza ‘ad hoc’ da realizzare in sede europea. Stessa sede in cui il governo, secondo i propositori, dovrebbe avanzare proposte per “un processo di riforma dei trattati europei” che punti “in primis” a un “allentamento dei rigidi parametri imposti dalle regole del Fiscal compact”. Infine, su un terreno più interno, i parlamentari propongono l’istituzione di una indagine conoscitiva per capire come sia nata e si sia evoluta l’esposizione italiana nei confronti del debito pubblico di Atene.
Secondo Fassina, l’intera mozione punta a fare una “operazione verità sull’Eurozona”. Il punto, secondo l’ex Pd, è “riconoscere che l’agenda mercantilista, orientata dall’interesse nazionale tedesco, non funziona”. Il parere del deputato romano è che “la medicina somministrata in dosi massicce alla Grecia ha aggravato la malattia ed è la stessa che viene somministrata al resto dell’Eurozona”. Un concetto che anche Renzi, tutto sommato, condivide. Ma l’accusa che gli viene mossa da sinistra (e anche da destra, in verità) è di non aver fatto abbastanza perché l’Europa cambi orientamento.