Bruxelles – A pochi giorni dalla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop21 che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre, la Commissione europea torna a ribadire che è necessario arrivare a un “accordo globale vincolante”.
“Siamo stati i primi a definire il nostro impegno a favore del clima nel marzo scorso e il nostro è ancora il contributo più significativo. Il nostro obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 ºC da qui alla fine del secolo è ancora a portata di mano”, ha dichiarato il presidente Jean-Claude Juncker che si è detto sicuro che “se si otterranno risultati fattivi a Parigi, l’umanità avrà a sua disposizione un sistema internazionale per contrastare efficacemente i cambiamenti climatici”.
Per il commissario responsabile per l’Azione per il clima, Arias Cañete, la conferenza di Parigi “costituisce un’opportunità storica che non possiamo sprecare”, e per questo un accordo, che si è detto certo “ci sarà”, non dovrà però essere “al minimo”. Cañete ha sottolineato il fatto che “in vista della conferenza più di 170 paesi, responsabili di oltre il 95% delle emissioni globali, hanno già illustrato i loro piani per affrontare i cambiamenti climatici”, a suo avviso una “vera svolta”, nonché “la prova evidente del sentimento di urgenza e della volontà politica comune di fare di Parigi l’inizio di una nuova pagina nell’azione a favore del clima”. Il commissario ha affermato però che la credibilità dell’accordo dipenderà da diversi elementi chiave: “Un obiettivo di lungo termine, analisi periodiche per rafforzare l’ambizione nel corso del tempo e norme rigorose in materia di trasparenza e responsabilità”.
Per l’Unione europea l’aumento della temperatura media globale deve essere mantenuto al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali e dal punto di vista finanziario chiede ai Paesi sviluppati di mobilitare 100 miliardi di dollari il 2020 a favore dell’azione per il clima nei Paesi in via di sviluppo. Obiettivo raggiungibile visto che secondo una recente relazione dell’Ocse e dalla Climate Policy Initiative nel 2014 sono stati mobilitati 62 miliardi, la maggior parte dei quali proviene proprio dall’Ue.


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