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Brexit, Barnier: negoziati possono durare al massimo 18 mesi, non due anni

Brexit, Barnier: negoziati possono durare al massimo 18 mesi, non due anni

Il capo negoziatore della Commissione europea per l'uscita del Regno Unito dall'Unione ricorda che nel periodo fissato dall'articolo 50 deve avvenire anche la ratifica dunque l'accordo deve essere pronto non più tardi di ottobre 2018

Bruxelles – Due anni per negoziare la Brexit? Niente affatto: quindici, diciotto mesi al massimo. A correggere il tiro sui tempi per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea è il capo negoziatore per la Commissione europea, Michel Barnier che oggi ha incontrato la stampa per la prima volta da quando, il primo ottobre scorso, ha assunto l’incarico di traghettare Londra fuori dall’Unione. “Il tempo sarà breve, è chiaro che il periodo di tempo per i veri negoziati sarà inferiore ai due anni”, ha dichiarato Barnier, ricordando: “All’inizio, i due anni includono il tempo perché il Consiglio europeo dia le sue linee guida”, mentre alla fine “l’accordo deve ricevere l’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo e il Regno Unito dovrà ratificarlo. Tutto nel periodo di due anni”. Quindi a conti fatti: se come ha detto Theresa May la notifica arriverà al più tardi alla fine di marzo 2017, “l’accordo deve essere raggiunto a ottobre 2018 per lasciare cinque o sei mesi di tempo a Parlamento e Consiglio per la ratifica”, chiarisce Barnier.

Questi mesi, ha poi chiarito il capo negoziatore della Commissione europea, saranno necessari per definire i termini dell’uscita del Regno Unito dall’Ue ma Londra non può sperare di arrivare alla fine del periodo avendo già negoziato una nuova relazione con l’Unione. “Un futuro accordo sarà di natura giuridicamente differente e dovremo firmarlo con un Paese terzo” quindi “giuridicamente le cose non possono essere fatte allo stesso tempo”, ha spiegato Barnier. Certo, ha ricordato il capo negoziatore, l’articolo 50 prevede che le modalità di uscita siano messe a punto “tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione”, quindi capire fin da ora come i britannici immaginano il nuovo partenariato “può chiarire sia l’opportunità di un periodo transitorio molto limitato sia qualche elemento dei negoziati stessi”. Per questo, però, “abbiamo bisogno di sentire le intenzioni del Regno Unito e poi i ventisette diranno cosa pensano” ma “fino a che non sappiamo cosa loro sono pronti a domandare e ad accettare in questo futuro partenariato è difficile parlare”, ha ammesso Barnier.

Insomma Bruxelles è in attesa di segnali da parte di Londra ha tenuto a sottolineare il capo negoziatore dell’esecutivo Ue, che ha invitato: “Noi siamo pronti, manteniamo la calma e negoziamo”. Dall’inizio del suo incarico, Barnier ha riportato di avere visitato diciotto Stati membri e ha assicurato che entro la fine di gennaio completerà il giro di consultazioni con tutti i ventotto, così come chiesto da Juncker. La Commissione, ha anche assicurato, ha messo a punto un team di 30 persone “con una solida esperienza su tutte le politiche” al centro dei negoziati. Insomma: “La Commissione si è preparata ed è pronta a ricevere la notifica britannica”. Prima ancora di cominciare a trattare, però, un principio è chiaro: “Siamo determinati a preservare l’unità e gli interessi dei Ventisette nei negoziati”, ha anticipato Barnier, ricordando: “I Paesi terzi non potranno mai avere gli stessi diritti e benefici perché non sono sottoposti a stessi obblighi”.

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