Bruxelles – I “grandi” d’Europa cercano di ridisegnare i contorni del progetto comunitario. Non è questa la parola utilizzata dal presidente francese Francois Hollande, ma il senso sì. Lunedì a Versailles si riuniscono i capi di Stato e di governo di Francia, Germania, Italia e Spagna, “i quattro Paesi più importanti” nell’Europa ormai (quasi) orfana del Regno Unito. Hollande attende Angela Merkel, Mariano Rajoy e pure Paolo Gentiloni. Con loro si intende avviare la riflessione sul futuro dell’Unione europea. Nell’idea del presidente francese c’è la voglia di creare un gruppo di Stati membri capaci di trainare il cambiamento. “I quattro Paese più importanti” che, in virtù di questo ruolo, intendono assumersi la responsabilità di tenere in vita il progetto comunitario. Nel dibattito in corso e l’ipotesi di Europa a due o più velocità, in questo momento l’Italia fa parte del gruppo dei soggetti trainanti. La vera scommessa è se saprà restarvi. Intanto si gettano le basi – o almeno si tenta – per la riforma dell’Ue.
I quattro leader vogliono iniziare a ragionare prima degli altri sul summit di Roma del 25 marzo. Sarà l’occasione per celebrare i 60 anni della firma dei trattati che ha istituito la Comunità economica europea, oggi Ue. Sarà anche l’occasione per immaginare l’avvenire senza britannici. Un ragionamento a 27 si terrà il 10 marzo, al termine del vertice del Consiglio europeo. I “fantastici quattro” ci arriveranno si auspica con una posizione comune da presentare al resto della famiglia europea. Hollande ha già chiarito che “non si tratta di definire a quattro cosa deve essere l’Europa, ma siamo i quattro Paesi più importanti, e dobbiamo dire cosa intendiamo fare con gli altri, insieme”.
Francia, Germania, Italia e Spagna non sono nuovi a iniziative congiunte. Loro è il piano per una maggiore integrazione delle difesa, un tema su cui i quattro leader hanno deciso di assumere l’iniziativa politica per cercare un passo avanti.