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    Home » Politica Estera » ActionAid: al G7 Italia spinga su migrazione e sicurezza alimentare

    ActionAid: al G7 Italia spinga su migrazione e sicurezza alimentare

    L’organizzazione umanitaria presenta l’annuario sulla cooperazione allo sviluppo e un’indagine secondo cui un italiano su 2 vede nei migranti una minaccia ma il 63% è disposto ad accogliere i rifugiati

    Domenico Giovinazzo</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@giopicheco" target="_blank">@giopicheco</a> di Domenico Giovinazzo @giopicheco
    12 Maggio 2017
    in Politica Estera

    Roma – In vista del Vertice G7 di Taormina, che il 26 e 27 maggio vedrà riuniti i leader di Usa, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Giappone, l’organizzazione umanitaria ActionAid ha presentato a Roma i propri suggerimenti ai sette, invitandoli a seguire la strada indicata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

    Per Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia, “con la presidenza del Vertice G7 l’Italia ha l’occasione di giocare un ruolo importante” che deve snodarsi “su tre versanti: dare un segnale forte sulla questione delle migrazioni; dare sostanza e concretezza all’Agenda 2030 e agli obiettivi di sviluppo sostenibile per diminuire diseguaglianze sociali e povertà, promuovendo lo sviluppo agricolo soprattutto in Africa; restituire un ruolo forte alla cooperazione internazionale investendo maggiori risorse”. Suggerimento accolto dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che in un messaggio inviato all’organizzazione ha assicurato che “l’italia è impegnata a dare il proprio contributo per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Inoltre, ha promesso il premier, “dedicheremo all’Africa e al Mediterraneo l’outreach del Vertice”.

    Sul primo punto, la gestione dei flussi migratori, l’organizzazione chiede ai leader di trovare soluzioni nei Paesi di accoglienza e di origine, garantendo il pieno rispetto dei diritti umani e mantenendo il principio che la mobilità umana e l’accesso a pari opportunità siano garantite a tutti gli individui.

    Altra questione rilevante che l’Ong pone all’attenzione è quella della sicurezza alimentare, che rappresenta un problema soprattutto in Africa. La proposta è di un “New Deal agricolo” e politiche più orientate ai piccoli agricoltori e alle donne in particolare. In parallelo, servono strumenti trasparenti per misurare gli impegni dei Paesi donatori e il loro impatto sulla sicurezza alimentare.

    Sempre in tema di sviluppo, secondo ActionAid non può mancare sul tavolo del G7 il tema della parità di genere e della lotta alle disuguaglianze salariali tra uomini e donne a parità di impiego. Sulla riduzione di queste disuguaglianze, ammonisce l’organizzazione, il nostro Paese stessa ha molto lavoro da fare perché è uno di quelli “più indietro”.

    L’Italia arranca anche in materia di cooperazione internazionale. Nonostante il recente aumento di budget destinato ai programmi di aiuto, con una spesa che raggiunge lo 0,26% del Pil, lo Stivale risulta al 16° posto sui 29 Stati donatori monitorati dall’Ocse. Un tema, quello del sostegno allo sviluppo su cui si è soffermata un’indagine Ipsos commissionata da ActionAid e condotta intervistando, nel mese di marzo 2017, un campione rappresentativo composto da 1.600 italiani dai 18 anni in su (margine di errore statistico compreso tra +/- 0,5% e +/- 2,5%).

    Secondo la rilevazione, sebbene gli italiani si dichiarino abbastanza interessati ai temi di politica internazionale (il 40% esprime un alto interesse), tale orientamento non sembra tradursi in un reale coinvolgimento nei confronti di tematiche legate allo sviluppo sostenibile dei Paesi poveri. Non contribuisce certamente la percezione sui migranti, che 1 italiano su 2 considera come una minaccia e il 53% pensa che stiano rovinando le nostre tradizioni e la nostra cultura. Diversa la considerazione dei rifugiati, per i quali un 63% di intervistati è d’accordo con l’accogliere chi è perseguitato politicamente o scappa da guerre e fame.

    Sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e sugli obbiettivi di sviluppo sostenibile che vi sono indicati, la conoscenza degli italiani è molto bassa appena il 5% li conosce direttamente e il 34% si ricorda almeno di “averne sentito parlare” dopo averne letto una descrizione. La scarsa informazione, indica l’indagine, è direttamente proporzionale al basso grado di fiducia che tale programma possa effettivamente portare a risultati concreti. Assommano al 68% gli italiani scettici, sono convinti che iniziative come l’Agenda 2030, nel migliore dei casi, servano a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica (23%), oppure che abbiano fini importanti ma sono inefficaci (28%), o addirittura che siano del tutto inutili (17%).

    Anche sugli aiuti allo sviluppo erogati dati dall’Italia, il campione non era molto ferrato: il 79% degli intervistati ammette di essere poco o per nulla informato, e il 73% non è in grado di indicare l’ammontare degli impegni in relazione al Pil.

    Infine, riguardo al G7, il 69% degli italiani dichiara di conoscerlo, ma solo il 31% sa che è il nostro Paese ad ospitare il Vertice nel 2017, e appena il 28% è consapevole che si svolgerà a Taormina. Le tematiche più importanti che i grandi dovrebbero affrontare, secondo i partecipanti al sondaggio, sono il lavoro e la crescita economica (per il 26%), seguiti dalla gestione dei flussi migratori e dall’accoglienza dei rifugiati (18%).

    Tags: ActionAidAgenda 2030G7Ipsosmigrantiprioritàsondaggio

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